I russi squalificati Consonni sulla pista delle Olimpiadi
La squalifica del team russo dell’inseguimento manda Consonni (Colpack) alle Olimpiadi «Non siamo prontissimi, ma è un sogno incredibile» Con lui anche Ganna e Lamon, compagni di squadra
Di solito le Olimpiadi, oltre a essere il sogno atteso da ogni sportivo, sono anche un appuntamento che viene preparato con meticolosità. Non è questo il caso del bergamasco Simone Consonni e dei suoi compagni del Team Colpack Filippo Ganna e Francesco Lamon che — dopo l’esclusione del quartetto russo dell’Inseguimento a squadre su pista, per le vicende legate al doping di Stato — sono stati ripescati dal comitato olimpico ottenendo il pass per la rassegna brasiliana. La decisione è stata ufficializzata solo nella mattinata di ieri, costringendo i ragazzi della Colpack a una vera e propria corsa contro il tempo. Alla ricerca naturalmente di un sogno. «Le prove dell’inseguimento sono in programma l’11 e 12 agosto, ma per noi la gara è partita già oggi (ieri per chi legge, ndr)», conferma Simone Consonni, 21enne di Brembate già vice campione del mondo degli under 23 nel 2015 e fresco campione italiano in quel di Comonte di Seriate. «Io e Ganna eravamo in ritiro al Sestriere per preparare la seconda parte di stagione. Ora stiamo tornando a casa in tutta fretta: mentre io ero in auto la mia famiglia stava preparando la valigia per il Brasile». A quando il volo? «Non ne ho idea. Così come non sappiamo quando arriveranno le bici e l’abbigliamento azzurro per le Olimpiadi». C’è da impazzire… «E a me è andata bene: essendo riserva di Elia Viviani (il pistard azzurro qualificatosi per Rio nella specialità Omnium) avevo già fatto tutti i test medici. Ganna, Lamon e Bertazzo, invece, hanno dovuto volare a Roma per effettuare le visite».
Non vi avevano avvertito di questa possibilità?
«Lo sapevamo ma, essendo alla vigilia delle Olimpiadi, avevamo messo via il pensiero. Per questo, dopo l’Europeo in pista a Montichiari non abbiamo più usato le biciclette da pista, concentrandoci sul riposo e la preparazione degli appuntamenti di settembre e ottobre, tra cui il Mondiale in Qatar».
Ci sta anticipando che la forma non è quella ottimale?
«Non può esserlo. Dopo il campionato italiano e l’Europeo in pista, ho fatto una settimana di vacanza, per poi passare 15 giorni in altura al Sestriere. Mercoledì sono tornato a Bergamo per correre la notturna di Osio (chiusa al terzo posto davanti al pubblico di casa), per poi risalire al Sestiere per gli ultimi sette giorni di ritiro. E ora rieccomi in auto in direzione Bergamo».
Ma lei è contento della convocazione o la considera una seccatura?
«Stiamo scherzando? Stiamo parlando delle Olimpiadi, il sogno di ogni sportivo. Siamo talmente eccitati che quando abbiamo saputo del ripescaggio io e Ganna siamo saliti in bicicletta per provare le partenze da fermo: in uno di questi scatti ho addirittura crepato il telaio. Certo che…». Certo che…? «Sarebbe stato meglio riuscire a prepararla con più calma, ripartendo dal record italiano centrato a Montichiari. In questo modo non abbiamo idea di quello che riusciremo a fare in Brasile». L’obiettivo quale è? «Non possiamo porci obiettivi cronometrici, visto che è da due mesi che non proviamo. Possiamo solo dare il meglio di noi stessi, mettendo sul piatto lo spirito di gruppo e quella voglia dimostrata lungo tutto il percorso di qualificazione olimpica. E poi speriamo in un pizzico di fortuna: dopo la malasorte dei mondiali parigini del 2015 (con la sostituzione dei manubri prima del via) e questa convocazione un po’ atipica, una spintarella da parte della Dea Bendata ce la meriteremmo».
Appena ho saputo di questo ripescaggio ho rotto anche un telaio, in uno scatto, provando le partenze da fermo. Ora non posso pormi obiettivi cronometrici, punterò al meglio con i compagni di squadra Simone Consonni