Con il trolley per i campi
Non pochi viaggiatori sono rimasti a terra senza rimborso «Era impossibile arrivare, il ritardo non è colpa nostra»
La principale strada di collegamento tra la città e l’aeroporto spezzata in due dall’aereo cargo uscito di pista. Per ore i viaggiatori, o aspiranti tali, non hanno avuto scelta: per raggiungere l’aeroporto di Orio si sono incamminati tra i campi con il trolley. Un pullman di turisti stranieri ha invece tentato un percorso alternativo, da Grassobbio, incastrandosi però in un sottopasso.
Via dei Prati: aveva questo nome, almeno per un paio d’ore, ieri mattina, l’unica possibilità di raggiungere il terzo aeroporto d’Italia per decine di passeggeri, soprattutto vacanzieri che speravano di arrivare a Orio per salire con calma su un’aereo e pregustare le ferie, forse ancor più belle quando sono all’inizio. Via dei Prati è una stradina stretta, sterrata, che da Campagnola porta verso l’area dello scalo, tra gli ultimi campi rimasti in città. Ieri mattina era una distesa di fango, a causa della pioggia torrenziale che cadeva di continuo, senza sosta, fin dalla notte. Eppure in tanti si sono messi in cammino su quel percorso di speranza, nervosi, per scacciare l’incubo di perdere l’imbarco. Ombrello aperto e piedi nel fango.
Tutta colpa di quel Boeing dell’ungherese Asl Airlines, «finito lungo» e parcheggiato di traverso sulla Nuova Cremasca, la variante all’ex statale ormai da più di 15 anni asse portante tra la città, l’aeroporto, Oriocenter e la media pianura. Un’aereo che ha separato Bergamo dal suo scalo, gelando le aspettative di chiunque fosse arrivato in zona dal casello autostradale per poi prendere l’asse interurbano, convinto di poter fare gli ultimi chilometri verso l’aeroporto in tranquillità. Via dei Prati è stata indicata come soluzione dalla polizia locale, provocando gli sguardi esterrefatti di non pochi passeggeri: «Non è possibile, non è possibile...» ha detto più di un viaggiatore mettendosi però in cammino verso Campagnola.
Lungo la mattinata non sono mancati altri automobilisti che, per arrivare a Orio, hanno tentato percorsi alternativi, ad esempio passando da Grassobbio per raggiungere l’aeroporto attraverso il sottopassaggio dell’autostrada da dove si sbuca proprio di fronte al cancello del «Caravaggio». Ma alle 11 quel percorso è stato battuto da un grosso autobus di turisti stranieri: anche troppo grosso, tanto che è rimasto incastrato nel sottopasso. E mentre in entrambe le direzioni si creavano ulteriori lunghe code, i vigili
hanno dovuto faticare mezz’ora per trovare il modo di disincastrare il mezzo, che alla fine ne è uscito con il tettuccio parecchio ammaccato.
Un’odissea sulle strade. Non a caso dentro lo scalo i più arrabbiati sono sembrati quei passeggeri che per colpa del traffico non previsto hanno perso l’aereo e non potranno nemmeno chiedere il rimborso. «Chiudono le strade per arrivare in aeroporto ed è colpa nostra?» è stata la domanda di molti. Altri hanno deciso di buttarsi su Malpensa acquistando altri voli a prezzi altissimi. Come Simona Papin, di Pavia, che ha dovuto fare i conti con una specie di incubo: trovare una soluzione a tutta la sua famiglia, composta da 12 persone, dirette a Creta con il volo Ryanair cancellato delle 6.25. «Abbiamo dovuto spendere 300 euro in più a testa di volo per ripartire stasera da Malpensa con scalo a Praga — racconta disperata —. La Ryanair non ci ha minimamente aiutato. Ci hanno consegnato solo un modulo per chiedere il rimborso». Lieto fine invece per una famiglia bresciana, con un bambino piccolo, che dopo 15 ore di attesa e richieste pressanti in aeroporto, alle 22, è riuscita a ripartire senza alcuna spesa aggiuntiva.