Il cinese da Brescia e la processione di curiosi per un selfie con la carcassa
Lu è un cinese in pensione. Vive a Brescia, dove per quasi 27 anni ha gestito una società di interpreti. Ieri mattina non ha resistito. Siccome era di passaggio a Bergamo, ha studiato la mappa e individuato il punto dove conveniva fermarsi. Via dei Prati. Sistemato il Doblò, ha sfoderato la reflex. Ladies and gentleman, l’attrazione del giorno, modello Concordia all’isola del Giglio. Con le dovute differenze: la tragedia, qui, è stata solo sfiorata, da oggi (quasi) tutto tornerà alla normalità. E tuttavia l’effetto è identico. Schiere di smartphone sguainati, anche sotto la pioggia battente, per un selfie con l’aereo in tangenziale sullo sfondo. Chi è esperto della zona imbocca in bicicletta le strade tra i campi e arriva a immortalare il motore nella roggia persino prima che sia recuperato. Chi ha solo la pausa pranzo per dire «io c’ero» si avvicina quando i vigili del fuoco e i camion di Dhl hanno già iniziato a scaricare la merce. Ci sono un paio di impiegate partite in ballerine dagli uffici del centro Galassia: «Curiosità», dicono. Ci sono padre e figlio in mountainbike. Ci sono un paio di ragazzini che scalano un muretto del lato più vicino del parcheggio riservato ai viaggiatori. E fanno salire pure il cagnolino sulla loro personale torretta di avvistamento. Dall’altra parte, fuori dal cimitero di Orio, là dove l’aereo è passato, la scena è identica. Anzi la platea è anche più nutrita. Dalle pensionate con il sacchetto della spesa ai bambini che sanno già tutto dalla televisione. Lu è preoccupato: «Si possono, vero, fare fotografie? Sa, non capita tutti i giorni...». L’obiettivo è già puntato. (mad. ber.)