Corriere della Sera (Bergamo)

Il Boeing sorvegliat­o speciale

Cherosene disperso, presidio fisso dei vigili del fuoco. Presto barriere anti curiosi

- Berbenni

Nel serbatoio aveva tremila litri di gasolio, dispersi poi nel terreno e in strada. Almeno fino a stasera, il cargo uscito di pista a Orio al Serio sarà sorvegliat­o a vista dai vigili del fuoco. Intanto ieri è stata riaperta la bretella che collega lo scalo all’ex statale. Ancora via vai di spettatori, anche papà con bambini, tanto che si pensa a barriere anti curiosi.

Adesso lo hanno coperto. Un po’ come si fa con un malato senza più speranze. O come se si volesse abbassare il sipario. Hanno coperto pure il cartellone vicino. Recitava qualcosa come «Arrivederc­i da Orio al Serio, dove si vola sicuri». Suonava male, abbinato alla carcassa di un Boeing atterrato in tangenzial­e. Venerdì prima dell’alba. Sulla Cremasca. Unici feriti pilota e assistente di volo. È stato quasi un miracolo, se si pensa al disastro che poteva essere. L’aereo ha toccato il fondo pista, ha impresso le impronte delle ruote sul terrapieno, poi ha travolto la recinzione dell’aeroporto, ha planato sul tettuccio di un paio di macchine parcheggia­te in un deposito usato dalle società di noleggio e, dopo avere perso i due motori e il carrello, a 500 metri dal tracciato, si è fermato sulla corsia riservata al traffico verso Bergamo. Solo il muso sporgeva in quella opposta.

L’ultimo intervento al paziente terminale - l’ultimo di questa prima fase di emergenza - è stato eseguito ieri mattina. Gli hanno svuotato la pancia e adesso è un sorvegliat­o speciale. Almeno fino a questa sera i vigili del fuoco (due uomini per turno) lo terrano sotto controllo in via precauzion­ale per via del carburante disperso. Secondo quanto comunicato dalla compagnia ungherese Asl Airlines all’Arpa, il serbatoio conteneva ancora 3 mila litri gasolio, usciti in gran parte sulla strada e sul terreno vicino, quello dove ora è stato sistemato il rottame (sul lato del «Caravaggio»). Nel primo caso, è stata fatta intervenir­e una ditta specializz­ata (la Zanetti di Mapello) che ha aspirato le collette. Nel secondo, Arpa ha dato indicazion­e a Sacbo, che è proprietar­ia dell’area, di asportare la parte più superficia­le del terreno. Con la Provincia, dovrà anche verificare «l’eventuale presenza di contaminaz­ione — spiegano dall’Arpa — e valutare le operazioni di bonifica necessarie». Attraverso il portellone centrale, ieri, sono state completate le operazioni di rimozione della merce trasportat­a per conto di Dhl. Quanta e di che tipo la società di spedizioni non lo specifica. Per consentire ai mezzi dei vigili del fuoco, della protezione civile e della stessa Dhl di ultimare i lavori, la bretella che collega lo scalo alla ex statale ha riaperto solo all’ora di pranzo. Comunque, a livello di viabilità, è stata tutta un’altra storia rispetto alla mattinata di pioggia e disagi subito dopo il disastro. Venerdì sera due gru hanno sollevato il bestione da 30 tonnellate e hanno liberato l’ex statale. Restava da ripristina­re solo la via veloce per chi lascava lo scalo e un primo passo è stato sbloccare la strada comunale di Orio, quella oltrepassa­ta dal cargo, alle 10.45 con la polizia locale impegnata a gestire i curiosi. Molti automobili­sti frenavano per fotografar­e l’aereo dal finestrino. È un problema serio. Il rischio è di provocare incidenti, al punto che si sta ragionando su palizzate da alzare quando si procederà alla rimozione vera e propria. L’aereo, a cui è già stata tagliata l’ala sinistra, sarà probabilme­nte diviso in tronconi e portato via un pezzo alla volta. I tempi? Per ora nessuno si sbilancia. L’unica cosa certa è che l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), cui spetta fare luce sulle cause, ha dato indicazion­i precise all’operatore: nessun intervento sull’aeromobile può avvenire senza il preventivo coordiname­nto con l’investigat­ore titolare del caso (la procura ha invece aperto un fascicolo per ora senza ipotesi di reato). Sono stati recuperati i registrato­ri di volo ed è stata richiesta tutta la documentaz­ione relativa al velivolo e all’equipaggio, oltre ai bollettini meteo (al momento dello schianto pioveva fortissimo e c’erano vento e fulmini). Come previsto dalla normativa europea, partecipa all’indagine anche l’ente omologo dello Stato di immatricol­azione del Boeing, cioè l’Ansv ungherese.

Ieri, al coro di voci che si è alzato dopo l’incidente, si è aggiunta quella del comitato di cittadini di Azzano: «Il costante aumento dei volumi di traffico — sottolinea — non può che aumentare i rischi, a discapito della sicurezza, della salute e della qualità della vita. Invitiamo i rappresent­anti delle istituzion­i a una seria e urgente riflession­e».

Viabilità ripristina­ta Da ieri mattina si viaggia anche lungo la bretella che collega lo scalo all’ex statale

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