Il pachistano espulso: Alfano mi faccia tornare
Espulso perché sospettato di affiliazione all’Isis, Farooq Aftab in Pakistan è libero. Ha postato un video in cui chiede al ministro Alfano di tornare. Ma dall’Italia lo tengono lontano le intercettazioni del Ros in cui parla di bombe, terrore per gli europei e della facilità di colpire l’aeroporto di Orio.
Maglietta blu con il Tricolore e la scritta «Italia». Capelli corti e barba. Farooq Aftab, il magazziniere di 26 anni espulso dal ministro Angelino Alfano perché sospettato di affiliazione all’Isis, pubblica un video su Facebook. Arrivato in Pakistan, è libero, ha detto in un altro video. In questo, 1.600 visualizzazioni e 37 commenti a suo sostegno (anche qualche italiano) si rivolge al ministro: «Sono venuto quando avevo 12 anni, a Vaprio d’Adda, con mia famiglia. Ho fatto le scuole in Italia e mi sono diplomato come geometra nel 2008». Si racconta lavoratore, «ben integrato nella società», tanto che «addirittura ho fatto la leva civica con il Comune per aiutare la gente del mio paese che è Vaprio d’Adda, in Italia e non un paese in Pakistan».
Chiede di tornare in Italia dalla sua famiglia e dai suoi amici, per potersi difendere: «Sono una persona innocente che non ha mai pensato di far male a nessuna persona». Un anno e mezzo di indagini dei carabinieri del Ros di Milano, però, hanno tratteggiato un profilo così pericoloso per la sicurezza nazionale da allontanare AftabPer quelle frasi in cui giura fedeltà al califfo, ripetendo quelle di rito di un video dell’Isis; dice passando davanti a un’enoteca di Vaprio che «mettiamo una bomba o spariamo con il kalashnikov» e che «gli europei devono essere terrorizzati». Dice anche che per fabbricare una bomba «trovi tutto al centro commerciale» e alla moglie che «ti insegno a guidare così vai ad ammazzare gli sciiti, se non è possibile uccidi i militari». E quella frase passando in automobile davanti all’aeroporto di Orio al Serio: «Guarda, non è difficile colpire un aereo, c’è solo un filo». (g.u.)