Con lo smartphone al volante per uno scatto
Un cargo è uscito di pista a Orio al Serio. Non ci sono vittime, ma la lista dei danni sarà chilometrica. Tipo quella dei disagi di venerdì. Tipo quella dei pensieri di chi abita nei paesi attorno all’aeroporto. Un lato divertente, però, in tutta questa faccenda c’è. È il disastro visto dai bambini.
Luca, con gli occhiali più grandi di lui, la maglietta dell’uomo ragno e le ciabattine infradito, punta lo smartphone e si impunta lui. Avrà quattro anni e gli ordini del fratello maggiore lo lasciano indifferente. «Voglio vedere se lo aggiustano», ribatte al primo tentativo di smobilitazione. La mamma a quel punto cerca di fargli almeno una foto: «Girati, Luca», con le spalle rivolte alla carcassa. Niente. Irremovibile. «Ma è caduto dal cielo?», domanda la sorellina più piccola di tre. «Ma lì non c’è l’aeroporto», va avanti. «Ma non ha i finestrini», e lo zio se la porta via. A Michael, invece, interessa più il lavoro del papà, che è dipendente della Sicily by car, la società di noleggio sulle cui auto si è posato il carrello del cargo. I tettucci schiacciati sono ancora lì, oltre la recinzione tirata dagli addetti del Comune. Una Smart e una Peugeot hanno avuto la peggio, ma l’aereo ha danneggiato anche la fiancata di un furgone e, solo di striscio, una terza vettura.
Sfilano i bambini lungo la pista ciclabile trasformata in passerella per la rabbia di un accanito pedalatore che non cede neanche a un’occhiata. È una rarità davanti al popolo di curiosi che quasi sempre è rapito dallo spettacolo più dei più piccoli. E tutto quel giallo fa pensare alla passerella famosa. La figlia, con un pizzico di pudore, fa mettere in posa la mamma e le scatta la foto ricordo nell’angolo più lontano (ma sufficiente per avere l’aereo sullo sfondo). Riaperta la strada comunale, il vigile trafelato impazzisce a stare dietro alle auto che rallentano davanti alla nuova Concordia. C’è chi guida con la sinistra e fa il video con la destra. C’è chi approfitta della capot sollevata, si alza in piedi e scatta. C’è chi ha la macchina di smartphone sguainati. Lungo l’ex statale è anche peggio. Gli uomini della protezione civile, a più riprese, invitano chi accosta a riprendere la marcia.
Un capitolo a parte è quello degli esperti improvvisati, che arrivano col cannocchiale, si appuntano i dubbi da controllare a casa sull’enciclopedia e ragionano col vicino su come
deve essere andata. Omar Rigamonti è uno dei gestori della Orio spotters group, la pagina Facebook che alle 6.43 aveva già pubblicato foto e notizia dell’incidente. Sono i fan del «Caravaggio»: «Non diciamo niente su quanto accaduto, si parla già abbastanza male di questo aeroporto», rimarca Rigamonti. Luigi Facoetti, invece, ha 74 anni ed è nato a Orio. Ricorda quando lo scalo era una base militare: «Allora c’era anche più rumore», specifica. Venerdì, però, ha capito subito che qualcosa non andava. «Sento sempre atterrare quel cargo, alle 4. Questa volta, invece, ho dormito».
La processione Da ieri mattina Orio è stato preso d’assalto dai curiosi, molti hanno portato i bambini