Caso Foppolo Quei consiglieri che dissero no
A maggio il Comune è saltato sui fondi da destinare alla società di sci I consiglieri: facevano tutto senza chiarezza. L’ex sindaco: è una scusa
Amaggio il Comune di Carona è saltato sui fondi per Brembo Ski. Gli ex consiglieri sostengono che non c’era chiarezza, l’ex sindaco nega. Intanto per uscire dal tunnel è stato contattato il manager Vittorio Salusso, che potrebbe diventare il direttore della stazione.
È un po’ come un’eco partita dai piedi delle piste. Lo scontro che in questi giorni si è vissuto in Val Brembana, con 17 sindaci (su 37) volutamente assenti per il voto sui fondi a Foppolo, ricorda il copione visto a Carona a metà maggio. Solo che allora il Comune è saltato, i soldi in ballo sono rimasti in cassaforte e la seduta della resa dei conti si è chiusa dai carabinieri. Due denunce per minacce, poi ritirate.
Franco Musati toglie dalla borsa il Nuovo codice degli enti
locali. Fa tutt’altro nella vita, ma quando non sa una cosa, dice, lui si informa. Era consigliere di minoranza e non ha colori politici. È il 28 novembre 2015 quando in Consiglio si discute della variazione di bilancio. Sul paese di 350 abitanti sono piovuti 840 mila euro, il rimborso 2010-2012 dell’Imu non versata da Enel per dighe e condotte. La proposta è di trasferirli nelle casse di Brembo Ski per l’impianto di innevamento: «Sapevamo che la società era in cattive acque — racconta Musati — e allora volevamo che ci spiegassero piani e bilanci. Ne abbiamo parlato per 40 minuti senza avere risposte. A verbale è stato messo questo». Cinque righe. Per sbloccare i soldi, comunque, il passaggio decisivo arriva a maggio, quando l’opposizione e tre consiglieri di maggioranza si dimettono. Il sindaco Gianalberto Bianchi, al secondo mandato dal 2010, va a casa e il commissario prefettizio Andrea Iannotta non suggella l’investimento. «Stavamo per dare denaro pubblico — prosegue Musati — a una società che nel giro di pochi anni ha accumulato un passivo spaventoso. E lo stavamo dando senza chiarezza su Brembo Ski né pareri dalla Corte dei Conti. Gli impianti sono fondamentali, ma troppe cose non tornano». Tarcisio Migliorini e Giancarlo Pedretti, tutti e due ex sindaci, il primo caronese fino al midollo, l’altro con il lavoro a Milano e le origini qui, in una casa sulla via principale, sono tra i consiglieri di maggioranza che hanno fatto il passo indietro. Il terzo è Angelo Bagini, ex consigliere anche di Brembo Ski (e anche lì dimissionario). Migliorini: «Ormai siamo sul filo — dice riferendosi alla stazione —. Se salta una carta, salta tutto. Nessuno vuole questo, ma servono regole. Chiedevamo trasparenza, il sindaco rispondeva “sono cose che non si possono scoperchiare”». Come per l’affare Belmont, il mega complesso che la Foppolo Risorse (23,5% Comune di Foppolo e 76,5% Devil Peak, riconducibile in parte alla Cir di De Benedetti) sta costruendo: «Brembo Ski ha comprato un piano intero nel 2015, a 600 mila euro, quando già non pagava i dipendenti». E Pedretti: «Era già stato difficile digerire la ridistribuzione delle quote nel 2013. Prima ci hanno fatto ricapitalizzare in parti uguali perché all’origine i tre comuni avevano tutti la stessa quota. Subito dopo averci messo 2 milioni (in terreni, ndr), ci siamo ritrovati col 15%. Non ce la sentivamo di dare altri soldi, tanto più che non abbiamo visto una sola carta sull’impianto di innevamento. Era tutto generico. Io sono stato in Comune per 36 anni, a Brembo Ski ci credevo».
Nel suo studio di geometra Bianchi prima non vuole parlare, poi accetta il confronto. E non ha tentennamenti: «Dicono così — ribatte — solo perché non vogliono gli impianti. Brembo Ski ha debiti, è vero, ma gli investimenti fatti? Piste e impianti nuovi. E in Comunità montana c’è solo una spaccatura legata al Pd, alla politica sporca. Rifarei tutto, certo non con la stessa squadra».