Mapelli e le condanne rimaste per due anni chiuse nel cassetto
Subito il decreto: procuratore al lavoro sugli arretrati
Priorità alle esecuzioni delle sentenze. Detto, fatto. Il procuratore Walter Mapelli se n’è fatto carico ed è già al lavoro. Sono due anni di fascicoli accumulati, il 2014 e il 2015, anche se riguardano condanne minori che non verranno scontate in carcere.
Dal suo ufficio al secondo piano di piazza Dante con vista su piazza della Libertà c’è via vai, tra personale con fascicoli da firmare, e investigatori che per i casi di maggiore rilievo parlano direttamente con il capo. Giovedì 4 agosto, primo giorno ufficiale del procuratore Walter Mapelli: «Attenzione immediata alle esecuzioni», dirà a margine del giuramento
in tribunale. Dirà anche che se ne farà carico direttamente. Detto, fatto. Lunedì 8 agosto, il procuratore firma il decreto con cui affida a se stesso il compito di far passare le sentenze dalla carta alla realtà, l’atto finale necessario perché la giustizia sia efficace.
In procura si sono accumulati 24 mesi di fascicoli arretrati, quelli del 2014 e del 2015,
anni di trasmissione delle sentenze definitive dal tribunale. Quelle rimaste da eseguire non sono tantissime. Per il 2014 sono una trentina. Serve una precisazione, infatti. Le sentenze di condanna sopra i tre anni, che una volta definitive fanno scattare la carcerazione, sono state già eseguite. Insomma, salvo irreperibilità, non c’è gente che deve andare in carcere e che invece è a spasso. Sono rimaste le sentenze meno consistenti dal punto di vista dell’entità della condanna, per lo più attorno all’anno e mezzo, e che verranno «scontate» con l’affidamento in prova ai servizi sociali. «Saranno anche minori, ma vanno eseguite», il commento del procuratore nel giorno dell’insediamento.
Sullo sfondo dell’accumulo c’è stato il vuoto causato dalla partenza dell’ex procuratore andato in pensione alla fine dello scorso anno, c’è la cronica carenza di personale amministrativo degli uffici giudiziari, ma c’è anche una questione di organizzazione. Perché nemmeno ora nessuno ha la bacchetta magica, non è previsto l’arrivo di rinforzi di personale e non sono previsti nemmeno spostamenti da un ufficio all’altro. L’unico cambiamento sul tema riguarda due pm che fino all’arrivo di Mapelli si occupavano anche delle esecuzioni. Ora è stato tolto loro l’onere di un compito extra e, di conseguenza, possono tornare a dedicarsi a tempo pieno ai fascicoli ordinari. «In 10 mesi, un anno, conto di recuperare tutto», l’impegno del procuratore. Tra sei mesi la prima verifica dei risultati.