Corriere della Sera (Bergamo)

One Thousand Giochi di luce in Piazza Vecchia

La One Thousand Dance oggi in Piazza Vecchia rivisita la storia di Arlecchino

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Sono danzatori, coreografi e tecnici esperti, capaci di creare con le loro mani giochi di luce dall’effetto ipnotico. La One Thousand Dance porterà il suo stile contempora­neo e contaminat­o, stasera, sotto i portici del Palazzo della Ragione in Città Alta (ore 21.30, replica alle 22.30, spettacolo gratuito). A caratteriz­zare le loro performanc­e, i led, le videoproie­zioni e i sensori, un’innovazion­e scenica che è parte integrante dei movimenti. Con una differenza rispetto ad altre compagnie simili: gli interpreti non sono attori, ma veri ballerini che si sono fatti le ossa con la classica.

«Ci siamo appassiona­ti alla tecnologia quasi fossimo invasati, chiacchier­ando e navigando sul web abbiamo cominciato a studiare i nostri macchinari, applichiam­o sul campo la curiosità», spiega Luca Rapis, fondatore nel 2013 della compagnia che nel nome omaggia la Città dei Mille. Stasera, insieme ai compagni Akos Barat e Greta Mazza, farà ammirare un nuovo capitolo, in versione post moderna, della storia di Arlecchino che, una volta giunto a Venezia, formerà la propria compagnia con le maschere della commedia dell’arte: Pulcinella, Brighella, Colombina, lo Zanni.

A catturare l’attenzione, oltre ai talentuosi danzatori, sarà il software in grado di ricreare tante particelle di luce che si sospendono, si fermano, roteano nell’aria. La forma sarà a rombi come i tanti pezzetti di stoffa che compongono il costume del protagonis­ta. A fornirli la mamma di Arlecchino, affinché potesse rattoppare i vestiti consumati. Lui li colorerà in tanti modi, così come sono variopinte le sue emozioni, passando dall’entusiasmo per le nuove avventure alla nostalgia per la sua Bergamo. Il giovedì successivo si sposterà a Parigi dove incontrerà la luna che lo conquister­à. Da quell’amore platonico e sofferto nascerà la figura di Pierrot.

Nato a Brusaporto 28 anni fa, Rapis si dedica alla danza da quando aveva sedici anni, ha studiato al Teatro alla Scala e a Losanna con Maurice Béjart, tanto da essere stato l’ultimo ballerino selezionat­o dal coreografo prima della sua morte.

La One thousand dance si è distinta anche a «Italia’s got talent», conquistan­do i giudici Claudio Bisio, Luciana Littizzett­o, Frank Matano e Nina Zilli e approdando in semifinale con un’esibizione che somiglia al loro show «Index»: si basa su effetti ottici tra danzatori e immagini interattiv­e che sono proiettate sul palco. La prossima produzione dovrebbe chiamarsi «Lumina» e sarà un’estensione di quanto visto al talent. Non è chiaro se si realizzino prima la colonna sonora, la tecnologia o i passi. «I nostri spettacoli nascono da un sogno — precisa Rapis —: la notte porta idee, il mattino dopo si cerca di ricordarle. La danza è il primo pensiero, ma l’ultimo che si mette in opera. A fornirci l’ispirazion­e è l’insonnia».

I nostri spettacoli nascono da un sogno, è la notte a portarci idee e la danza al mattino è il primo pensiero

Luca Rapis

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 ??  ?? La storia La One Thousand Dance omaggia la Città dei Mille nel suo nome. È stata fondata nel 2013 da Luca Rapis. E ha partecipat­o anche a «Italia’s got talent»
La storia La One Thousand Dance omaggia la Città dei Mille nel suo nome. È stata fondata nel 2013 da Luca Rapis. E ha partecipat­o anche a «Italia’s got talent»

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