Sacbo, 30 milioni per la sicurezza «Ma non è questione di risorse»
L’annuncio della società di gestione dell’aeroporto e la replica dei sindaci
«Sulla sicurezza dello scalo investiremo 30 milioni di euro. È già previsto nel nuovo Piano di sviluppo aeroportuale e ci candidiamo a diventare il primo aeroporto che adotta le soluzioni più avanzate». Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio, cerca di rassicurare con questo impegno i sindaci del tavolo sulle problematiche aeroportuali che martedì, con due diversi comunicati, hanno chiesto chiarimenti sull’affidabilità dello scalo dopo che, venerdì scorso, il Boeing 737 è «finito lungo» sulla tangenziale.
«Le infrastrutture di volo sono state progettate secondo i più avanzati standard nazionali e internazionali — spiega Sacbo in una nota ufficiale —. All’interno dell’intervento di manutenzione straordinaria, eseguito nella primavera del 2014, la conformazione delle aree di sicurezza poste al termine della pista di volo è stata migliorata ulteriormente incrementando le sue dimensioni. Dopo il collaudo ha ricevuto da Enac l’approvazione e la certificazione». Sacbo spiega poi che per consolidare ulteriormente gli standard di sicurezza è in programma, appunto, l’investimento da 30 milioni di euro che prevede «l’installazione di specifiche tecnologie innovative». Soluzioni ancora in fase di studio che la società di gestione dell’aeroporto non vuole ancora rivelare fino a quando il Piano di sviluppo aeroportuale non sarà approvato. La novità, però, non entusiasma più di tanto i sindaci dell’hinterland.
«Abbiamo già sentito parlare a Roma in un convegno all’inizio dell’anno di quei 30 milioni di euro — dice Cristian Vezzoli, sindaco leghista di Seriate —. Allora si parlava di abbattimento dell’inquinamento acustico, di fasce di rispetto e del numero di movimenti, ma non di sicurezza». E il sindaco pd di Treviolo, Pasquale Gandolfi, aggiunge: «Nel presentare il Piano ci avevano consegnato del materiale generico, ma nient’altro». Il primo cittadino di Orio al Serio, Alessandro Colletta, è scettico. «La sicurezza prescinde dagli investimenti, viene prima di tutto — dice —. Ho sentito parlare tante volte di questi 30 milioni di euro. Anche nel 2003 era prevista una spesa in questa direzione e mi risulta che il plafond non fosse esaurito. Riporterò la questione al tavolo del 1° settembre con gli altri sindaci».
In attesa di capire eventuali sviluppi sul fronte sicurezza, continuano le indagini per capire come mai, venerdì, il cargo è finito in tangenziale. Ieri, l’Ansv (Agenzia nazionale per la sicurezza del volo) ha scaricato i dati contenuti nei registratori di volo del cargo uscito di pista per procedere con una prima analisi delle informazioni. Nelle indagini, oltre alla collaborazione degli investigatori ungheresi, ci sarà anche l’autorità investigativa statunitense in rappresentanza dello Stato di costruzione dell’aeromobile.
«Dopo aver effettuato un avvicinamento strumentale per pista 28, in condizioni meteorologiche avverse — la ricostruzione, ieri, dell’Ansv — il cargo usciva dal sedime aeroportuale lungo il prolungamento dell’asse pista e si fermava a circa 520 metri di distanza dal termine. Superando l’area di sicurezza presente al termine della pista ha prima divelto le antenne del sistema di atterraggio strumentale e la recinzione aeroportuale e poi superato la strada provinciale Sp116. Il B737 ha subito consistenti danni strutturali, la separazione di entrambi i motori, delle gambe carrello di atterraggio e il cedimento di una parte del piano di coda».
Le indagini Sono stati scaricati ieri i dati contenuti nei registratori di volo del cargo uscito di pista