L’estate dei monsoni, un flagello
Danni per 39 milioni. Tanta pioggia e tutta insieme: già triplicata la media
Si scatenano all’improvviso, fanno piombare dal cielo grandi quantità di pioggia tutta insieme e allagano paesi interi; sono i nubifragi che stanno funestando l’estate 2016. In due mesi è già caduto il triplo della pioggia della normale media estiva, con danni per 39 milioni.
Si aprono la cateratte del cielo e viene giù di tutto. Quantità invereconde di pioggia si riversano dalle nuvole in pochi minuti, venti fortissimi spazzano strade e campi, enormi chicchi di grandine devastano le coltivazioni. E la frase ricorrente di chi ha appena finito di spalare fango, pulire case e svuotare garage è: «In tanti anni non ho mai visto niente del genere».
Non sono proprio monsoni ma gli somigliano molto, i nubifragi che stanno sconvolgendo la burrascosa estate 2016, arrivata dopo quella afosa e asciutta del 2015 e quella fredda e umidissima del 2014. Ma se due anni fa il maltempo aveva provocato danni per 17.478.200 euro, in poco più di due mesi siamo già arrivati a quota 39.711.139. E questo perché allora c’erano stati solo 21 giorni di sole su 90, ma con precipitazioni costanti. Stavolta invece la pioggia non è solo tanta, ma arriva tutta insieme in pochissimo tempo, e non dà a rogge e fognature il tempo per portarla via. La media dei tre mesi estivi in provincia di Bergamo era ferma dal 1971 a 313,4
di pioggia. Due anni fa erano caduti 585 millimetri. Oggi sull’area di Bergamo, secondo i rilevatori dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, in due mesi siamo già a 610. Il triplo del normale, se si considera che la media di giugno è di 125,5 e quella di luglio è di 96. Solo nell’ultimo mese i millimetri sulla città sono stati 340. Vuol dire che è già arrivato un sesto dei 1.832,4 millimetri di pioggia che sono la somma di tutti i mesi di luglio dei vent’anni fra il 1990 e il 2010.
La media provinciale si ferma a 208 (e per trovarne una simile bisogna tornare al 1989) perché nella pianura sta piovendo di meno. Salvo eccezioni: mercoledì sera su Calcio si sono riversati 53 millimetri di pioggia, su Mozzanica 32 e su Sarnico 52, insieme a grossi chicchi di grandine che hanno distrutto i campi di mais. Il tutto viene poi peggiorato da raffiche di vento che raggiungono i 120 chilometri orari e possono durare fino a trenta secondi. Sono quelle che dieci giorni fa hanno sradicato duecento alberi solo a Dalmine, e che il 26 giugno sono riu- scite ad abbattere il faggio più grande della provincia, alto 35 metri e con 7 metri di circonferenza, che da due secoli si ergeva in quello che è oggi il Parco Marenzi.
Proprio quella domenica è stata una delle più devastanti: su Bergamo e dintorni sono caduti fra i 76 e gli 84 millimetri di pioggia in un’ora, ma sono stati 73 a Rota Imagna, 57 a Casnigo e 55 a San Giovanni Bianco. Il nubifragio ha riversato un metro e mezzo d’acqua negli scantinati di Longuelo e Loreto rendendo inservibili cento auto, ha creato un lago di fronte agli ex ospemillimetri dali Riuniti che ha oltrepassato le barriere poste dai rassegnati abitanti del quartiere di fronte alle case, ha invaso la Casa del sole della Trucca, a Curnasco ha fatto esondare una roggia che ha allagato case e aziende. Quattro persone bloccate nella taverna della loro casa hanno rischiato di annegare nell’acqua che saliva e faceva galleggiare perfino il biliardo, e sono riusciti ad aprire la porta solo quando il livello era già arrivato alla gola. A Longuelo una signora di 93 anni, che era sdraiata sul letto che ormai galleggiava, si è salvata arrampicandosi sull’inferriata della porta.
I primi nubifragi della stagione si erano scatenati fra l’8 e l’11 giugno in Val Calepio. La prima volta si sono registrati solo allagamenti a strade e campi. La seconda a Grumello l’esondazione del torrente Rillo ha creato un fiume di fango che è sceso dalla collina riempiendo la via principale del centro storico, travolgendo le auto e infilandosi sotto le porte dei negozi. A Sarnico l’acqua ha ostruito il sistema fognario e ha riempito il centro storico e i locali del lungolago, dove le aiuole spartitraffico hanno fatto da diga. Solo tre giorni dopo, nuovo nubifragio in Val Calepio: Foresto è stato invaso dall’esondazione del torrente Uria, ad Adrara San Martino una casa è stata investita dal fango. Una signora a lungo intrappolata nell’abitazione è stata l’ennesima a dire: «In 88 anni una cosa del genere non l’avevo mai vista».
Ultimo episodio il 31 luglio, con 116 millimetri di pioggia piombati nella stessa mattina che hanno allagato di nuovo Longuelo, dove è nato un Comitato alluvionati, e dove per la seconda volta è finito sott’acqua lo stesso condominio, che da solo ha riportato danni per 200 mila euro. Quel giorno a fare danni è stato sopratutto il vento, che ha sradicato alberi e scoperchiato case, scuole e chiese in 34 paesi. Nove milioni di danni in mezza giornata di bufera. Con la speranza che sia davvero solo l’ultimo caso. Le previsioni da qui a Ferragosto dicono: cieli in prevalenza sereni o poco nuvolosi.