«Bomba carta, 7 anni e mezzo di cella»
Mano pesante del pm per l’ultrà di Romano sospettato del lancio al derby di Torino
Una condanna a sette anni e mezzo di carcere e a 20 mila euro di multa è stata chiesta per Giorgio Saurgnani, il tifoso juventino di Romano accusato di essere coinvolto nel lancio della bomba carta che ha provocato undici feriti durante il derby di Torino dell’anno scorso. La stessa Juventus ha chiesto il pagamento di 30 mila euro, che la società aveva dovuto versare alla giustizia sportiva.
«Sono cani sciolti inclini soltanto alla violenza. Sono pericolosi. Gente senza altri valori che lo scontro col prossimo in vista della partita». Con parole pesanti il sostituto procuratore di Torino Andrea Padalino ha concluso la requisitoria chiedendo una pena di sette anni e mezzo di reclusione e ventimila euro di multa per Giorgio Saurgnani. L’assicuratore di Romano è accusato di aver introdotto all’Olimpico di Torino, il 26 aprile 2015, l’ordigno che, secondo la consulenza tecnica dell’accusa, «poteva uccidere». E che provocò undici feriti in curva. Ci sarebbero indizi, secondo il pm, per ritenere che l’imputato, con i suoi amici, «avesse ordinato le bombe» dalla Campania. Dall’analisi del computer sequestrato ad un indagato di Avellino, individuato come rifornitore di ordigni esplosivi, è emersa una rubrica con nomi e indirizzi. «Tra questi c’è Giorgio Saurgnani», ha dichiarato Padalino, che ha citato come teste un assistente capo della Digos.
«Abbiamo tirato fuori tutto il materiale — ha confermato il poliziotto — e trovato un file. Riportava 658 indirizzi di persone in tutta Italia, si presuppone che sia un elenco dei clienti. Ci sono anche Saurgnani, Albano Alfonso e Andrea Sangiorgio». «Ho comprato soltanto una volta da questa persona — si è difeso l’imputato bergamasco — e l’ultimo contatto con lui risale a cinque anni fa. Non lo conoscevo ne l’ho mai visto». Il pubblico ministero ha ripercorso alcuni episodi passati che hanno coinvolto Saurgnani. «Non è nuovo a condotte del genere — ha dichiarato Padalino — la sua militanza parte nel 2009, il 31 ottobre in Juventus-Napoli, quando aggredisce alcuni tifosi napoletani scavalcando nel settore ospiti».
Le chat sequestrate sul suo cellulare, fornirebbero, secondo il pm, «uno spaccato preciso e chiaro delle dinamiche di questa tifoseria contaminata, in cui parlano in modo ossessivo solo di violenza, non di calcio». «Il lancio della bomba carta è solo uno dei tanti atti violenti compiuti» ha proseguito il magistrato, aggiungendo che «Saurgnani è uno dei più esaltati della banda, il più freddo e il più spietato. Da quella chat non viene fuori solo la pochezza, l’aridità e l’indifferenza verso i valori civili, ma emergono anche persone apparentemente normali che si trasfigurano per dare sfogo a istinti indefinibili». La Juventus ha chiesto una provvisionale di 30 mila euro. Le arringhe delle difese sono fissate per il 9 gennaio.
Il documento Spunta un presunto produttore di bombe. L’imputato: con lui contatti solo 5 anni fa La società Il club bianconero ha ribadito una richiesta di provvisionale da 30 mila euro