«Il Polaresco assegnato agli abusivi della Ponchia»
I padani: gara da rifare, c’è conflitto di interessi Marchesi: tutto in regola, la politica non c’entra
«Chi ha vinto il bando per la gestione del Polaresco è legato all’occupazione abusiva di cascina Ponchia». Lo denuncia la Lega a Palazzo Frizzoni, che parla di conflitto di interessi e chiede l’annullamento del bando e le dimissioni dell’assessore Marchesi. «Non mi risultano commistioni né irregolarità», la replica della diretta interessata.
I consiglieri leghisti si presentano a Palazzo Frizzoni con tanto di schede da proiettare. Titolo della conferenza stampa: «Il Polaresco okkupato». Obiettivo: evitare che il centro di aggregazione giovanile «diventi un centro sociale legalizzato». È il capogruppo Alberto Ribolla a spiegare la faccenda, partita da una sua richiesta di accesso agli atti del 19 ottobre. Via il vecchio gestore, il 12 luglio il Comune di Bergamo ha aperto un bando per riassegnare lo spazio a Longuelo. La pratica è stata chiusa il 28 settembre con il punteggio più alto assegnato a «Negus», il progetto presentato da un gruppo di sei giovani tra i 25 e i 29 anni. Nomi e passaggi sono pubblici e disponibili sull’albo pretorio online. Secondo il Carroccio, almeno cinque dei sei «vincitori» sarebbero legati agli abusivi della Ponchia, la cascina occupata da quasi tre anni a Monterosso.
Slide dopo slide, Ribolla dà corpo alla sua tesi. E porta quella che lui ritiene la prova: alcuni post comparsi sulle bacheche Facebook dei ragazzi di «Negus». Di uno, in particolare. Scorrendo la sua pagina, i consiglieri leggono l’annuncio della vittoria del bando. Poi, una serie di messaggi per rilanciare le attività organizzate alla Ponchia: «Le sponsorizzazioni sono quotidiane — sottolinea il leghista —. Ci sono anche insulti rivolti all’amministrazione, quando è uscita la notizia che il Comune era intenzionato a chiedere un risarcimento da 150 mila euro alle persone a processo per l’occupazione. Questi sono più a sinistra della giunta». A proposito. «Carlo Capitanio, uno degli imputati — afferma Ribolla —, è fratello di Sergio, tra i membri della commissione aggiudicatrice. A nostro avviso, c’è stato un conflitto di interessi». Con al fianco il consigliere Luisa Pecce e il giovane padano Luca Renica, Ribolla si addentra pure nei contenuti del progetto: «Tra le iniziative programmate ci sono incontri con kollettivi (con la «k», puntualizzano, ndr) schierati a sinistra e cene con richiedenti asilo. Ma il Polaresco dovrebbe essere uno spazio apolitico». Morale: «Porteremo il caso in commissione Trasparenza — annuncia Ribolla —, il bando va annullato. E chiederemo le dimissioni dell’assessore alle Politiche giovanili Maria Carolina Marchesi».
«La procedura è assolutamente corretta — ribatte l’assessore —. Non ci risultano commistioni né che Sergio Capitanio frequenti la Ponchia». Lui stesso lo dichiara: «Collaboro con le Politiche giovanili da dieci anni. Mi è stato chiesto di fare parte della commissione per la mia esperienza». Il colmo è che Capitanio, in via Ponchia, ci abita. «Abbiamo valutato i progetti — aggiunge —, quello che fanno le persone nella loro vita privata io non lo so. Conosco solo uno dei ragazzi del gruppo e ho saputo che circolavano voci sul legame con la Ponchia solo dopo l’aggiudicazione». Marchesi: «La pratica è stata istruita dagli uffici, la politica è fuori». Dovesse uscire che i ragazzi del Polaresco sono davvero gli stessi dell’orbita Ponchia? «Non ho nessuna indicazione in tal senso — risponde l’assessore —, non posso fare ipotesi». Li incontrerà dopo lunedì, quando si saprà se ci sono stati ricorsi da parte degli altri partecipanti.