Corriere della Sera (Bergamo)

Pari e dispari «La spartizion­e»

Negli appunti di Polotti. Moltrasio (intercetta­to) si arrabbia per le riunioni dei bresciani

- Giuliana Ubbiali gubbiali@corriere.it

I bresciani pari, i bergamasch­i dispari: la spartizion­e delle cariche

Lo sfogo al telefono Il presidente del cds: «Improvvido riunirsi come associazio­ne Consob ci è addosso»

Andrea Moltrasio, al telefono, è molto infastidit­o. Il presidente del consiglio di sorveglian­za di Ubi viene a sapere che l’associazio­ne (bresciana) Banca Lombarda Piemontese, in vista dell’assemblea del 10 maggio 2014, ha organizzat­o cinque incontri aperti al pubblico con la partecipaz­ione di Franco Polotti e Victor Massiah, presidente del consiglio di gestione e consiglier­e delegato. È marzo, in piena ispezione Consob. Non vuole che si faccia confusione tra associazio­ni e banca. Tra il 28 e il 29 dello stesso mese, le sue parole vengono captate in sette intercetta­zioni «di assoluto interesse investigat­ivo», secondo la Finanza, perché «confermano l’esistenza dell’accordo occulto tra l’associazio­ne bergamasca (Amici di Ubi) e quella bresciana volto alla gestione della banca». I (presunti) patti occulti, decisioni prese fuori dagli organi bancari, filone centrale dell’inchiesta.

Moltrasio si sfoga con Alberto Barcella (presidente del cda della Banca popolare commercio e industria). Parla di «improvvida iniziativa di non fare queste riunioni come Banca ma come associazio­ni. Perché dico improvvida? Perché la Consob ci è addosso da mesi sul fatto che le associazio­ni hanno un’influenza eccessiva sulla conduzione della banca». Lo dice direttamen­te anche a Polotti: «Se noi usciamo tra l’altro c’è un rischio anche di Consob. Come mai due delle associazio­ni vanno a parlare all’associazio­ne aperta al pubblico, allora vedete che è vero che sono decisioni prese all’esterno del gruppo». Cercati, ieri gli avvocati di Moltrasio, Polotti e Zanetti non erano disponibil­i. Moltrasio, all’indomani della chiusura dell’inchiesta, ha respinto l’accusa di patti segreti. Secondo la procura, invece, c’è altro a supporto dell’ipotesi. Gli appunti sequestrat­i a Polotti, il 7 febbraio 2013, sarebbero «la prova degli incontri intercorsi fra gli esponenti di spicco delle due derivazion­i per condivider­e e definire le candidatur­e al consiglio di sorveglian­za in vista dell’assemblea del 20 aprile 2013». Lì si legge che «a inizio dicembre 2012 il prof. G.B. (verosimilm­ente identifica­bile in Giovanni Bazoli), l’avv. C.F. (Corrado Faissola), il dott E.Z. (Emilio Zanetti) e l’avv. G.C. (Giuseppe Calvi) si sono incontrati e si sono scambiati i due nomi candidati alla presidenza del c.s. e c.g. rispettiva­mente A.M. (Andrea Moltrasio) e F.P. (Franco Polotti)». Nell’ottica accusatori­a, la preparazio­ne della lista emerge anche da un prospetto dei candidati bresciani trovato sempre a Polotti: «In corrispond­enza dei numeri pari vi è l’indicazion­e “in chiaro” dei nominativi mentre a margine dei numeri dispari compare la sigla “Bg”». Brescia-Bergamo. Bergamo-Brescia. Perché «un elenco speculare relativo alla derivazion­e bergamasca è stato rinvenuto tra la documentaz­ione acquisita presso l’ufficio di Emilio Zanetti».

Moltrasio e Cera hanno voluto incontrare il presidente di Consob, Giuseppe Vegas, il 13 maggio 2014, per obiettare alle contestazi­oni relative, tra l’altro, alle regole del comitato nomine. «Tutto benissimo, Victor», dice Cera a Massiah dopo l’incontro. Vegas, sentito dai finanzieri, chiarisce: è stato cortese, come da prassi, ma questo non ha nulla a che fare con l’esito dell’ispezione.

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I documenti L’indagine della Guardia di finanza si basa su numerosi appunti e atti sequestrat­i negli uffici degli indagati e sulle intercetta­zioni

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