Pontida, niente prato per il controraduno
Avevano tutto pronto: il terreno, il palco, le attrezzature, le adesioni, i pullman. O almeno così pensavano, gli organizzatori della manifestazione dell’«Orgoglio meridionale» di sabato a Pontida. Perché ieri hanno scoperto che il terreno non c’è: le Ferrovie hanno negato l’utilizzo del grande prato che si stende fra il cimitero, l’Abbazia e via IV Novembre. La notizia ha colto completamente di sorpresa gli organizzatori della manifestazione: «Per una settimana — protesta Raniero Madonna — ci sono arrivate continue rassicurazioni da parte delle questure di Milano e Bergamo, che aveva gestito le trattative con le Ferrovie».
A questo punto resta pochissimo tempo per capire cosa fare. «Senza terreno diventa difficile — continua Madonna —. A questo punto non è escluso che potremmo anche fare una street parade, suonando per le strade». Si dovrebbe sapere qualcosa di più oggi nelle conferenze stampa convocate in cinque città di tutta Italia. Certo, bisognerà vedere cosa penserà dell’idea dei concerti per le strade il sindaco di Pontida Luigi Carozzi, che già aveva decretato chiusure a tappeto di negozi e scuole quando ancora i musicisti dovevano restare confinati in un prato. E anche di questo si parlerà nella riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico che si svolgerà oggi in prefettura. Dove già si era pensato di cercare di convincere Carozzi ad ammorbidire la sua ordinanza, che era stata giudicata «un po’ sopra le righe», col sospetto che chiudere tutto il paese potrebbe anche causare un danno economico ai negozianti, oltre a complicare le modalità di invio delle forze dell’ordine. C’è invece chi chiede al prefetto di revocarla direttamente. Ezio Locatelli, ex deputato ed ex consigliere regionale di Rifondazione comunista, ha scritto a Tiziana Costantino per spiegare che l’ordinanza «crea allarmismo e ingenera disagio e tensione contro i partecipanti che verranno da tutta Italia nel segno di un Festival dedicato all’accoglienza e al rispetto di tutte le diversità».