«I capannoni sono vuoti Manca l’effetto Brebemi»
Rossoni (Pd): mancano incentivi. La maggioranza: servono impianti nuovi
L’effetto Brebemi non si vede: il 20% dei capannoni di Treviglio è vuoto (foto). Laura Rossoni, capogruppo Pd, solleva la questione. L’ex sindaco Luigi Minuti: «Mai avuto problemi di questo tipo». Giancarlo Fumagalli (maggioranza) estende l’analisi: «Gli ultimi sono del 2007, vanno demoliti e ricostruiti» .
Il 20% dei capannoni di Treviglio è vuoto, un numero mai raggiunto prima nella città della Bassa che, a tre anni dall’apertura della Brebemi, non beneficia ancora dell’accelerazione della propria economia tanto attesa. A riportare la questione sotto i riflettori il capogruppo del Pd Laura Rossoni ieri sul suo blog #Faremeglio.
«I capannoni sono vuoti — scrive — ma forse più vuote ancora sono le idee per il futuro di questa parte di città che potrebbe essere la nuova Treviglio sud, centro direzionale e di sviluppo innovativo, quella del futuro. La geografia ci ha assegnato un ruolo baricentrico e le più recenti infrastrutture ci hanno dato la necessaria attrattività. La stazione centrale è il centro pulsante di una nuova Treviglio e va arricchita di proposte e di facilitazioni. Subito al di là di essa, il polo fieristico può essere anche il primo nucleo di una Treviglio innovativa. In Consiglio comunale ho proposto di installare nella fiera anche un incubatore d’impresa per le star up. Anche tra la ferrovia e la Brebemi c’è spazio per animare e far pulsare la Treviglio del futuro. Manca solo una politica di incentivi e di facilitazioni per attrarre imprese da territori limitrofi, dalla zona milanese ad esempio, che sconta costi più elevati e in molte aree non ha le nostre infrastrutture».
Nel mirino l’amministrazione comunale di Juri Imeri. Sulla proposta di incubatore d’impresa la Rossoni aveva trovato l’interesse di Bergamo Sviluppo, società della Camera di Commercio. In Consiglio comunale, per voce dell’assessore all’Innovazione Beppe Pezzoni, la giunta aveva detto «grazie ma preferiamo pensarlo nell’area ex Baslini o all’ex Bianchi in via Bergamo». Inoltre, prima l’amministrazione Pezzoni e poi quella Imeri hanno messo in stand by la programmazione urbanistica della zona sud, la cosiddetta Mezzaluna, perché non c’erano richieste di investitori.
Conferma i vuoti nelle aree industriali l’ex sindaco Luigi Minuti: «I capannoni sono circa 200 — dice — 20 sono abbandonati e altrettanti sono sfitti. È una dimensione figlia della crisi, sconosciuta in passato. Rispetto al circondario, infatti, Treviglio ha progettato le sue aree industriali in zone ben urbanizzate e su misura per industrie che già esistevano e non ha mai avuto problemi di questo tipo».
Contesta i dati di Minuti ma concorda sulla necessità di far conoscere la città Giancarlo Fumagalli, capogruppo di «Io Treviglio», lista civica di maggioranza e di professione agente immobiliare. «Se sommiamo le zone industriali di Treviglio ovvero Pip1, Pip2 e via Redipuglia — spiega — in tutto possiamo contare su circa 800 mila metri quadrati di aree. Se il 20% è sfitto o chiuso parleremmo di 160 mila metri quadrati, ovvero una superficie due volte quella dell’ex Baslini. Non mi pare sia un dato realistico. Il punto è che gli ultimi capannoni a Treviglio sono stati costruiti nel 2007 e oggi quelli disponibili ma appetibili sono pochi. Quelli nuovi sul mercato trovano subito un proprietario. Occorrerebbe facilitare le demolizioni e le ricostruzioni. È vero poi che dobbiamo promuovere la nostra zona. Finora l’effetto Brebemi non si è sentito. Il punto fondamentale è che con i soldi con cui si compra un’area a Trezzo, a Treviglio ci si realizzano anche i capannoni. Quando saremo in grado di far capire questo fatto, il mercato immobiliare ripartirà».
Sono numeri figli della crisi, Treviglio non ha mai avuto problemi di questo tipo Luigi Minuti
ex sindaco «Altre priorità» La programmazione urbanistica della zona sud in stand by perché mancano investitori