Viticoltori soddisfatti In aumento il prezzo delle uve
Per i 150 viticoltori della provincia la raccolta delle uve bianche è quasi terminata, mentre quella delle rosse comincerà settimana prossima. I produttori non si sbilanciano, ma l’annata sembra promettere bene: «Eccelsa, al livello del 2015».
È ancora presto per dirlo — fra i produttori vige la proverbiale prudenza — ma questa potrebbe essere un’annata da incorniciare, ancor prima d’imbottigliarla. Nella Bergamasca, la vendemmia è iniziata a metà agosto, per via della maturazione anticipata causata dall’estate rovente: la raccolta delle uve bianche (pinot grigio e chardonnay) è già (quasi) terminata, adesso è il turno di quelle rosse, prima i merlot poi i cabernet. Infine, toccherà a quelle destinate al Moscato di Scanzo. «Da segnalare — dice Andrea Longaretti, referente viticolo provinciale della Coldiretti — sono le vendemmie di piccoli ma interessanti quantitativi di uve di Marzemino, Schiava, Franconia e Incrocio Terzi, vitigni coltivati storicamente nella nostra provincia». Secondo la Coldiretti, il meteo è stato più clemente del passato: pochi i danni inflitti da grandinate, gli unici problemi sono arrivati in primavera, con gelate soprattutto nella zona di Grumello e Castelli Calepio. La confederazione stima un aumento del 30% per la produzione, mentre i prezzi delle uve sarebbero saliti del 10% rispetto al 2016. Il caldo, secondo le previsioni di Longaretti, potrebbe avere ricadute sulla gradazione :« Avremo vini corposi, più alti di grado». L’umore delle circa 150 cantine bergamasche è positivo, c’è ottimismo. «Dai primi campioni — racconta Luigi Invernici, titolare dell’azienda agricola La collina di Grumello del Monte —, sembra un’annata ottima, con punte d’eccellenza». La produzione, in controtendenza con le stime di Coldiretti, però ricuserebbe un calo. Non su tutta la linea, i bianchi si sarebbero salvati. I rossi, invece, hanno sofferto «nelle zone di alta collina, dove l’acqua scappa via — riferisce Invernici —, qui la siccità ha causato danni, compromettendo fra il 20 e il 25% dell’uva, che è magra e ha un acino molto piccolo». Niente di paragonabile con l’incubo della Franciacorta, dove le gelate primaverili hanno danneggiato anche l’80% della produzione. Ne ha beneficiato il mercato. «Il prezzo dei bianchi è salito — spiega Invernici —, toccando punte di più del doppio anche per la ricerca spasmodica dei colleghi franciacortini, rimasti senz’uva. C’è stato un aumento pure per i rossi, in una delle annate più scarse del cinquantennio». Il vanto dell’azienda di invernici è il Valcalepio doc. «A livello qualitativo, siamo soddisfatti degli sforzi fatti — conclude —. Ci avviciniamo ad anni eccelsi come il 2015 o il 2003».