«Momento cruciale»
Salvini attacca i pm e anche Gori: «Pensa troppo agli immigrati»
Matteo Salvini aveva immaginato una settimana diversa. Con i sondaggi che confermano la forza della Lega e il centrodestra in vantaggio in vista del 2018, Pontida sarebbe stato il podio da cui lanciarsi verso i prossimi sei mesi di campagna elettorale. Il sequestro dei conti correnti ha imposto modifiche radicali al programma. «Cambieremo anche la scaletta degli interventi. Per forza, qui stanno cercando di bloccarci», dice il segretario federale. Da domani sarà alle prese con i ricorsi per sbloccare i fondi, oggi però si concentrerà solo sul pratone.
E dire che a inizio settimana il problema principale della Lega sembrava il regolamento per i parcheggi rosa del sindaco di Pontida, che escludeva mamme straniere e lesbiche.
«Beh, adesso quelle sono questioni lontane anni luce».
Il sequestro è arrivato quando la macchina organizzativa di Pontida era già in corsa, non c’è stato il rischio reale che il raduno saltasse?
«È vero che Pontida si fa in ogni caso, ma il punto è che con questo sequestro da lunedì (domani, ndr) avrò sul mio tavolo fatture che non potrò pagare. E dovrò licenziare. La cosa che mi fa veramente andare in bestia è che ci hanno sequestrato conti sui quali non era arrivato un solo euro di fondi pubblici, sono soldi dei nostri militanti».
A Bergamo si parla di 400 mila euro sequestrati dal conto della Lega provinciale. Da chi arrivano quei fondi?
«Sono i contributi dei sindaci, dei militanti, donazioni, ma soprattutto gli incassi delle nostre feste che, a differenza di quelle del Pd, rendono ancora. Soprattutto a Bergamo, dove abbiamo il maggior numero di militanti e una grande capacità organizzativa. Quest’estate in provincia abbiamo fatto 30 feste».
La forza dei numeri di Bergamo resta una costante anche nella sua Lega, che guarda a Sud del Po?
«Sì, il nostro radicamento in questa terra è fortissimo. Basti pensare che io in questi giorni, oltre a Pontida, sono stato e sarò a Sant’Omobono, a Ponte San Pietro, a Chiuduno. La Lega a Bergamo ha risorse risparmiate grazie al lavoro dei volontari delle feste, al pane e salame e alle patatine. Davvero è la cosa che più mi fa arrabbiare di questa storia».
Farete ricorso e magari vi sbloccheranno i conti. Questioni pratiche a parte, questo sequestro non vi fa gioco sul piano della propaganda?
«Non c’è dubbio che tanta gente negli ultimi giorni si sia avvicinata alla Lega. Ho ricevuto mille messaggi di solidarietà, gente che offre soldi: io devo rispondere che non posso prenderli perché in questo momento non saprei dove metterli. Sì, faremo ricorso e alla fine non potranno non darci ragione, ma con i tempi della giustizia italiana rischiamo di non poter fare campagna elettorale. Il punto vero di questa storia è che qualcuno sta cercando di bloccarci in vista del referendum del 22 ottobre e delle elezioni del 2018».
Con la trasformazione da movimento del Nord a forza politica nazionale, che peso ha per lei il referendum per l’autonomia lombarda e veneta?
«Dopo trent’anni di battaglie, di fiaccolate, manifesti, il Po, questo è un passaggio storico perché finalmente si può votare, in cabina elettorale, per l’autonomia. Per questo il sequestro dei conti è un attacco
La svolta a Sud «Con l’autonomia altre regioni, come la Puglia, sarebbero governate meglio» Pontida si fa in ogni caso, ma con questo sequestro da domani avrò sul mio tavolo fatture che non potrò pagare. E dovrò licenziare. Ci hanno sequestrato conti sui quali non era arrivato un solo euro di fondi pubblici Matteo Salvini
contro la Lega in un momento decisivo».
Ma il risultato del referendum appare già ora scontato.
«Sì, ma il punto è portare tanta gente a votare per dare valore a questo referendum».
Come si concilia l’autonomia lombarda con la svolta salviniana che guarda verso Sud?
«Molti amministratori del Centro e del Sud vorrebbero fare la stessa cosa».
Sì, però tra Lombardia e regioni del Sud c’è una bella differenza in termini di risorse.
«È chiaro, nessuna regione in Europa ha un residuo fiscale paragonabile alla Lombardia. Ma sono convinto che con l’autonomia regioni come la Puglia o la Campania sarebbero governate meglio».
Dopo il referendum, le regionali. Le ultime evoluzioni giudiziarie spianano la strada a Maroni?
«Sapevamo che era un processo basato sul nulla e il fatto che il dg di Expo sia stato assolto fa ben sperare in un esito positivo per Maroni».
Nella Lega siete più preoccupati del processo a Maroni che dell’avversario, Giorgio Gori?
«Gli avversari non ci preoccupano, Gori in particolare. Le sue posizioni sull’immigrazione sono l’esatto opposto di ciò che serve alla Lombardia. Persino il segretario del suo partito si è accorto che bisogna mettere un numero chiuso di immigrati in Italia, Gori invece propone di rendere l’accesso più semplice. Forse, dall’alto dei suoi possedimenti, non si rende conto di cosa sia la vita reale in questo Paese».