La coop di Zingonia torna a Malpensa
Sea battuta per due volte davanti al Tar. Il titolare Cutrona: ha vinto la legge Negli atti del ricorso l’accusa alla società aeroportuale: «Conflitto di interessi»
La cooperativa di Zingonia batte Sea 2-0 in tribunale e torna a lavorare a Malpensa. Il Tar di Milano ha infatti bocciato lunedì anche la richiesta con cui la società degli aeroporti milanesi chiedeva di sospendere l’autorizzazione alla Alpina Service di corso Europa a Ciserano (territorio di Zingonia) per operare in subappalto per la Airport Global Service Spa, Ags, tra le società di handling, gestione bagagli, predilette da Ryanair. Un caso che l’1 agosto (data di inizio del contratto di Alpina), aveva scatenato uno sciopero forse mai visto nella storia degli aeroporti italiani: i sindacati avevano infatti invitato a incrociare le braccia i lavoratori di Malpensa dipendenti da altre aziende, per opporsi all’arrivo della cooperativa. E nel giro di poche settimane l’Autorità di garanzia sugli scioperi aveva anche aperto un’istruttoria sul caso. E di fronte a uno scenario preoccupante era stata l’Enac a sospendere l’autorizzazione ad Alpina, prorogando poi una seconda volta il «congelamento» fino al 23 settembre, ormai scaduto.
Il tutto mentre Sea ha tentato di fare la sua parte in tribunale, perdendo per due volte: prima una richiesta agostana in via cautelare e d’urgenza al giudice monocratico del Tar per bloccare l’autorizzazione di Alpina fino a un giudizio di merito. Respinta. Poi una richiesta di sospensiva, con gli avvocati Maria Alessandra Sandulli, di Roma, e Lorenzo Pintus, di Milano. Un’istanza discussa il 21 settembre e bocciata lunedì. E Alpina cosa fa, dopo la doppia vittoria in tribunale? «Siamo tornati al lavoro da oggi (ieri per chi legge, ndr) — commenta Filippo Cutrona, titolare della cooperativa, che conta ormai 600 dipendenti —. Non ci siamo mai lamentati con Enac per l’autorizzazione congelata, abbiamo sempre mantenuto una linea di dialogo, e abbiamo atteso il riscontro del Tar. Crediamo che al momento siano prevalse le leggi e la nostra situazione di piena regolarità».
C’è di più però. Non formalmente, ma distaccati in Ags (che al 49% è controllata dalla stessa Alpina), una trentina di dipendenti della coop lavorano già da agosto proprio a Malpensa. Un tema che è stato citato dalla difesa. Agli atti Alpina ha contrattaccato. Nella memoria difensiva si legge infatti che Sea, dopo aver fondato nel 2013 Airport Handling Spa, detenendone il 70% delle quote, ha poi conferito la stessa società a un trust britannico. E nonostante l’entrata in gioco del fondo inglese i legali di Alpina parlano di «un’evidente e clamorosa posizione di conflitto di interessi». Un appunto su cui Sea si è difesa depositando anche un parere dell’antitrust in merito: «Non è così, probabilmente controparte ha voluto indicare quella circostanza per rafforzare la sua posizione — ha commentato ieri per Sea l’avvocato Pintus —. Non posso invece che confermare la reale preoccupazione di Sea, legata a problemi di eventuale congestionamento del piazzale aeroportuale. E l’altro punto focale è invece il regolamento di Enac, che consente i subappalti a cooperative non certificate. Il paradosso è che lo stesso ente sta modificando quella normativa, come abbiamo fatto presente al tribunale».
L’udienza di merito sul ricorso di Enac non è stata ancora fissata. La difesa, però, nel giro di sole 24 ore, ha già depositato il suo ricorso in appello sulla sospensiva. Ma nel frattempo, a spuntarla, è quella cooperativa partita anni fa con pochi dipendenti, che oggi è protagonista a Orio, Malpensa (ricorsi e battaglie permettendo), Torino, Verona e Bologna.