Il clan Cicolari andrà a processo per stalking
Solo battute, si giustificano loro, semplici prese in giro. Ma il giudice dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio l’ex nazionale di beach volley Greta Cicolari, i suoi fratelli Alessio e Cristiano (tutti di Azzano) e il fidanzato Dimitri Lauwers. La decisione è stata presa dal gup Ciro Iacomino su richiesta del pm Davide Palmieri. L’accusa: atti persecutori. Insomma, stalking. E questo perché centinaia di sms, messaggi sui social network e fotomontaggi erano stati riversati dai quattro su Marta Menegatti, con la quale la Cicolari aveva conquistato il quinto posto alle Olimpiadi di Londra, sulla loro collega Daniela Gioria e sul loro coach Lissandro Dias Carvalho dopo l’esclusione della bergamasca dagli Europei del 2013. Una tempesta di messaggi trascinatasi fino al 2016. «Continue molestie e minacce — si legge nella richiesta di rinvio a giudizio — tali da creare un perdurante stato di ansia e costringere le parti offese a modificare le proprie abitudini di vita (...) rafforzando la sorveglianza durante i tornei, allo scopo di impedire contatti con gli indagati». Nel frattempo la Federazione sospende la Cicolari e le fa saltare le Olimpiadi di Rio, lei ottiene un risarcimento da 208 mila euro poi bloccato dal Consiglio di Stato in seguito a un ricorso. La difesa ha sempre parlato di semplici sfottò rientranti nel diritto di critica. Ma nelle 264 pagine del fascicolo vengono riportati frasi come «se non fanno giocare Greta gli rendo la vita un inferno» oppure a Marta: «Ti sei comportata da infame… Ricordati che io sarò a Roma, Gstaad, Berlino e Klagenfurt».