Una serata per ragazzini (di talento)
Squadre cugine. E non solo perché una è francese e l’altra italiana. La parentela nasce innanzitutto dall’età media. Bassa. Lione e Atalanta non hanno timore nell’impiegare giovani talenti. In campo orobico molto probabilmente stasera ci saranno Petagna e Cristante (classe 1995), Caldara e Hateboer (’94). Tra i transalpini occhio a Ndombélé (foto, classe 1996), Traoré, Tete, Mendy (’95), Depay (’94). Solo per citarne alcuni. Non solo carta di identità. I due club hanno cambiato molto rispetto all’anno scorso. Con una differenza: a Bergamo è stata rivoluzionata metà della rosa, ma, Conti e Kessie a parte, è rimasto intatto lo zoccolo duro nerazzurro. La spina dorsale dei titolari è inalterata. A Lione c’è stata sì anche qui una rivoluzione nel gruppo. E non solo visto che, rispetto alla stagione passata, sono rimasti titolari solamente il portiere Lopes, il difensore Morel e gli attaccanti Fekir e Depay. L’altra differenza sta nel momento. Molto buono quello atalantino. Rivedibile quello dei transalpini. I nerazzurri sono reduci, tra campionato e coppa, da cinque risultati utili consecutivi. Dopo un inizio problematico (k.o. contro Roma e Napoli), Gasperini è riuscito a far rialzare la testa ai suoi. Al contrario della squadra di Génésio, in grado di vincere una sola gara nelle ultime sei, in cui ha incassato la bellezza di dieci gol.