Cultura ed eventi Il Comune a Palazzo Libertà
Accordo col Demanio su 1.500 metri quadrati, in concessione per mostre e manifestazioni
Palazzo della Libertà diventerà un punto di riferimento per mostre e iniziative culturali. Non tutto l’edificio, che anzi diventerà la nuova prefettura, ma il pianterreno: 1.500 metri quadrati che per i prossimi 30 anni saranno in concessione al Comune.
Non si è riusciti a trasformarlo in una versione extra large della Gamec, ma alla fine il Palazzo della Libertà ospiterà arte e cultura. Non in tutti i suoi 7.500 metri quadrati di superficie, ma almeno nei 1.500 del pianterreno. Per i prossimi trent’anni saranno dati in concessione al Comune, grazie a un accordo con i proprietari del palazzo (l’Agenzia del Demanio) e gli altri inquilini (Prefettura e ministero della Giustizia).
Potrà così partire un domino delle istituzioni che arriveranno e partiranno. La prima ad andarsene sarà la Forestale, che entro fine anno si trasferirà a Curno. Liberatosi l’ultimo piano, inizieranno i lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza e adeguamento degli impianti per fare posto alle strutture della Prefettura ancora in via Tasso: uffici, alloggio del prefetto e appartamento per il presidente della Repubblica. Il Demanio ha già stanziato due milioni di euro e ne arriveranno altri due. Si calcola di terminare i lavori e quindi di effettuare il trasloco nel 2019. In questo modo si lichiostro
bereranno spazi nel palazzo della Provincia e lo Stato risparmierà 380 mila euro di affitto annuo.
Ma entro fine 2018 da piazza Libertà se ne andrà anche l’Ufficio esecuzioni esterne (Uepe) del ministero della Giustizia che si occupa ogni anno di 1.400 persone, e al quale il Comune offrirà parte del primo piano e del pianterreno dell’ex
della Maddalena, collegato al tribunale e oggi in disuso. Per l’adattamento degli spazi sono già stati previsti 430 mila euro nel Piano delle opere pubbliche. Alla fine il Comune avrà così a disposizione i 300 metri dell’atrio monumentale, i 352 dell’Uepe, i 600 dell’Auditorium (che finora veniva concesso al Comune e da lì al Labo80 ma solo di sei anni in sei anni), più i 168 metri quadrati dell’Ufficio immigrazione appena si sarà capito dove spostarlo, probabilmente ai piani superiori.
A questo punto bisogna decidere cosa farne. L’idea è realizzare nell’Uepe uno spazio per conferenze (in modo da sopperire alle carenze di spazio della Sala Galmozzi) ma anche per proiezioni a supporto di Bergamo Film Meeting o altre manifestazioni. Mentre l’atrio potrebbe diventare uno spazio per mostre, oltre ad essere ingresso unico per tutti gli utilizzi, Auditorium compreso. La Prefettura userebbe l’accesso da via Zelasco anche per non dover più usare lo scalone che ha problemi statici.
«Vogliamo fare in modo che quasi ogni sera le vetrate dell’atrio siano illuminate per qualche tipo di iniziativa — è la prospettiva dell’assessore all’Urbanistica Francesco Valesini —. Un anno fa il coordinamento dei Comitati di quartiere e Italia Nostra avevano presentato un lavoro che riguardava anche il ripensamento dei piani terra di alcuni spazi del centro, intitolato “Visioni possibili”. Abbiamo lavorato perché queste visioni da possibili divenissero reali. Questo accordo non solo consolida la presenza di una realtà culturale come Lab80, ma aumenterà notevolmente la dotazione di spazi pubblici, che, per la loro dimensione e qualità, potranno essere utilizzati con un mix di funzioni, da cornice per esposizioni temporanee a sala conferenze». «L’accordo ha un valore storico — aggiunge l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti — perché modificherà e lascerà un segno sul centro di Bergamo, sulla sua vitalità e la sua attrattività».
«Centriamo un importante obiettivo di mandato — riassume il sindaco Giorgio Gori — dato che il Palazzo è uno degli spazi monumentali più importanti di Bergamo, e il suo
Il domino La Forestale sta per uscire, nel 2018 via l’Ufficio esecuzioni, poi arriverà la Prefettura L’obiettivo «Ogni sera l’atrio del Palazzo dovrà essere illuminato per qualche iniziativa»
recupero come luogo della cultura, in asse con il Donizetti, rappresenta in prospettiva un elemento importante per la rivitalizzazione del centro. Ci siamo impegnati molto per ricercare una soluzione che consentisse l’inserimento di funzioni culturali nel cuore della città».