Robot, visori e app nella scuola delle sacramentine
La congregazione religiosa forse non cambierà nome, ma adesso le suore diventano di nome e di fatto tecno-sacramentine. Ieri hanno presentato i laboratori del nuovo Skills training space che l’anno prossimo ospiterà la prima classe dell’istituto tecnologico nel loro complesso di via Sant’Antonino.
Nell’epoca in cui twitta pure il papa, le sacramentine di via Sant’Antonino sono rimaste al passo, grazie allo «Skills training space» che dal prossimo anno sarà il cuore di un nuovo Istituto tecnologico, con indirizzo Informatica e Telecomunicazioni. Lo «space» in questione è quello di due aule futuristiche. Sin dalla porta, visto che un iPad sostituisce il cartoncino che indica la classe. La bacheca degli annunci, del resto, è stata la prima a scomparire: all’ingresso campeggia una serie di schermi. Per adesso, nei laboratori (finanziati dalla Fondazione Luigi Clerici, l’ordine di grandezza ha cinque zeri) sconfinano gli studenti del liceo delle Scienze umane, che sta completando l’ultimo triennio; dal 2018, scatterà lo «switch» degli alunni. «Saranno professionisti del settore a tenere le lezioni», spiega la responsabile, Tatiana Guida. Le partnership dell’istituto sono illustri: Apple, Microsoft, Samsung, Cisco e Ibm. «Lo sguardo sul mondo del lavoro di questi brand — dice Guida — ci aiuterà a formare le risorse umane di cui hanno bisogno». Professioni da sogno, tipo il «game developer», che sviluppa le interfacce dei videogiochi.
E nella didattica, per integrare la programmazione, spunta Minecraft. Un robottino danza, a scatti, sul ritmo della melodia dettata dal tablet; al tavolo a fianco si compone musica con le app, come sottofondo ai video da montare. Nella seconda aula, gli alunni indossano visori per la realtà virtuale: vivono, in prima persona, una caccia al tesoro ambientata in una villa veneziana. Alla ventata d’innovazione, le «tecno-sacramentine» — sono state ribattezzate così — hanno risposto senza resistenze. «Siamo sorpresi dalla velocità con cui ci hanno seguito nell’avventura — svela la responsabile —, anche se il loro museo, dedicato alla madre fondatrice, era già all’avanguardia». E la preside, suor Milena, conferma: «Quello con la tecnologia, oggi, è un rapporto obbligato, perché apre i giovani al futuro — racconta —. Non risolve tutti i problemi, ma non è nemmeno uno spauracchio». Lo Skill space, assicura il direttore della Fondazione, Paolo Cesana, sarà aperto con dei seminari al territorio, «come centro d’orientamento, dove i ragazzi, giocando, possano scoprire le loro inclinazioni».