«Cara Atalanta Ora testa al campionato»
L’Atalanta rullo compressore In Inghilterra una sconfitta così non si vedeva dal 1996 Terzo attacco del continente
Un’Atalanta (nella foto, Castagne e Gosens) imbattibile in Europa e macchina da gol. Statistiche alla mano, tra i migliori club nella competizione continentale. Raggiante l’amministratore delegato Luca Percassi che cerca di puntare l’attenzione sul campionato: «Testa alla Serie A ora, a partire dalla sfida di lunedì con il Benevento».
LIVERPOOL Il giorno dopo Liverpool si risveglia con i raggi del sole che scaldano i dock. Nemmeno un filo di vento. Se non si sapesse di essere a fine novembre, osservando il panorama attraverso una finestra dall’interno di un albergo, al riparo dalla bassa temperatura, potrebbe essere primavera. Il tempaccio dei due giorni precedenti è solo un ricordo. La quiete dopo la tempesta. L’uragano, meglio. Quello che si è abbattuto su Goodison Park per mano di una Dea in versione Eolo.
A ricordare Il 5-1 dell’Atalanta contro l’Everton ci sono i giornali inglesi che non utilizzano mezze misure. Il Daily Mail parla di match, per i blues, «vergognoso, imbarazzante, confuso», di una squadra «alla deriva come una nave senza timoniere». Il Daily Mirror titola utilizzando la parola «caos» riferita alla formazione di Unworth, puntando il dito su uno stadio «desolatamente vuoto» (su una capienza di 40 mila persone, ne sono arrivate 17 mila, di cui 3.500 dall’Italia), la cartina tornasole di un momento buio. A dir la verità il più buio in chiave europea per l’Everton, che mai era caduta in casa in modo così fragoroso. Il Guardian parla di «serata semplice per gli italiani», mentre per l’Independent la notte dei Toffees è «disperata». Il quotidiano locale Echo scrive di «fallimento». Insomma,
un risultato storico che travalica pure i confini di Liverpool visto che l’1-5 dl Goodison è la sconfitta interna più clamorosa del calcio inglese in Coppa Uefa da 21 anni, dal medesimo risultato subìto dal Nottingham Forest nel 1996 con il Bayern Monaco.
Ma oltre il risultato, c’è la prestazione. Più rassicurante della cinquina e della qualificazione stessa. Perché si è rivista la vecchia Atalanta. Quella da rullo compressore, che elimina il respiro alla manovra avversaria e che affonda senza timore. Soprattutto nel secondo tempo. Perché nel primo — come confermato anche da Gasperini — la squadra dopo l’1-0 ha voluto gestire il vantaggio. Compito che non è in grado di fare. Quando si abbassano i ritmi per i nerazzurri la vita diventa difficile e, paradossalmente, corrono il rischio di incassare gol. Lo abbiamo visto nelle ultime uscite quando per stanchezza o per il desiderio di risparmiare forze, la squadra ha scelto di non aumentare i giri del motore. Ingrippandolo.
Protagonisti sono stati Cristante e Cornelius. Il primo, immarcabile. Sempre più punto di riferimento, non solo del centrocampo, ma dell’intera manovra. Il nuovo c.t. della Nazionale potrebbe e dovrebbe scrivere il suo nome tra i primi della lista. Il secondo è difficile da bollare. Perché gioca poco, complici alcuni guai fisici. Facile capire che è il prezzo da pagare per l’apprendistato con il Gasp. Il danese ha giocato solo due gare in stagione da titolare. Sei volte non ha toccato il campo e per dieci è subentrato a gara in corso. Eppure ha una media di una rete ogni 80 minuti. Il gigante scandinavo dovrà essere bravo a sfruttare la doppietta rifilata all’Everton come trampolino di lancio per spiccare il primo salto di qualità. Step che si aspetta anche il Gasp.
La sfida del Goodison Park ha rimarcato ancora di più la differenza tra campionato ed Europa dell’Atalanta. Basta elencare i numeri. Sul continente tre vittorie e due pareggi, 13 gol fatti (terzo miglior attacco della competizione) e 4 subiti. 2,2 punti di media a partita. In Italia già 5 sconfitte in 13 gare, 19 reti fatte e 18 subite. Differenze anche nel modo di giocare. Perché in Europa il possesso palla è del 47% contro il 54% del campionato eppure i bergamaschi tirano più volte in porta (16 a 13). Misteri del calcio. O forse no. Perché il football non è solo statistica o probabilità. Come quella legata ai possibili avversari ai sedicesimi: troppe combinazioni possibili, che dipendono dall’ultima giornata di Europa League e di Champions, e ancora poche certezze. Al momento si potrebbe andare dall’Arsenal allo Zenit passando per la Real Sociedad con altre sette squadre già qualificate. In attesa delle restanti 22 che comporranno i sedicesimi. Insomma, keep calm and carry on.
Dna La squadra non sa gestire il risultato, per ottenere punti e vittorie il ritmo deve rimanere sempre alto