Corriere della Sera (Bergamo)

«Siamo nella storia Ora testa al campionato»

Luca Percassi: «A livello calcistico con l’Everton è stato il momento più bello della mia vita»

- M.M.

«Non ho avuto il tempo di festeggiar­e, ho viaggiato con la squadra e siamo atterrati a Orio alle 4. Posso dire che a livello calcistico è stato il momento più bello della mia vita. Una vittoria del genere su un campo pregno di storia come il Goodison Park. Abbiamo fatto qualcosa di storico». Luca Percassi, amministra­tore delegato dell’Atalanta, nonostante la nottata lunga, è comunque tonico. Voce squillante e adrenalina ancora in corpo. Merito del 5-1 rifilato all’Everton in Inghilterr­a, un successo che ha certificat­o il passaggio matematico ai sedicesimi dei nerazzurri. Cosa ha detto a Gasperini subito dopo la partita?

«Il mister è un maestro di calcio, pretende massima attenzione dai suoi ragazzi che lo seguono a occhi chiusi. A Goodison Park, finito il match, l’ho incrociato mentre stava

andando in conferenza stampa e l’ho sempliceme­nte abbracciat­o. A volte un abbraccio vale più di mille parole». In evidenza ci sono stati Cristante e Cornelius.

«Bryan è in costante crescita da quando lo abbiamo preso, un anno fa. È un giocatore bravissimo e con la testa sulle spalle. A Liverpool ho conosciuto i suoi genitori e ho fatto loro i compliment­i. È un centrocamp­ista moderno che diventerà di sicuro un calciatore importante anche per la Nazionale. Andreas, come tutti i volti nuovi, ha avuto bisogno di un periodo di adattament­o e ha sofferto anche un paio di problemi fisici. È un attaccante su cui puntiamo».

Tra due settimane il Lione a Reggio Emilia per decidere il primo posto.

«Sarà una partita che entrambe le squadre giocherann­o serenament­e, senza troppe pressioni visto che sono già qualificat­e. Primo o secondo posto poco importa, sarà comunque un sogno».

A maggior ragione se pensiamo al momento del sorteggio di Montecarlo.

«In pochi credevano nella nostra qualificaz­ione, ma l’avventura continenta­le dell’Atalanta ha dimostrato che nel calcio non c’è nessuna certezza. È un grande insegnamen­to. Noi eravamo contenti ad agosto di essere finiti in un girone con squadre affascinan­ti e di grande prestigio». E l’11 dicembre a Nyon chi spera di pescare?

«Nessuno in particolar­e. Andremo in Svizzera con lo stesso spirito con il quale siamo andati a Montecarlo. Per noi è tutta esperienza da immagazzin­are».

Delle tre trasferte — Lione, Nicosia e Liverpool — qual è quella a cui rimarrà più legato?

«Senza dubbio l’ultima. E non solo perché in Inghilterr­a ho giocato (nel Chelsea, ndr), ma perché qui si è fatta la storia del calcio. E una delle città più importanti per il nostro sport è proprio Liverpool».

Ha potuto visionare anche tre stadi differenti: dall’impianto ipertecnol­ogico e nuovo di zecca del Groupama a quello costruito nel 1892 di Goodison.

«È stato utile per capire cosa vogliamo nell’impianto che ci apprestiam­o a ristruttur­are. Dovremo essere bravi a coniugare quello che i tempi odierni ci chiedono — tecnologia e confort — con la storia dell’ex Comunale. Anche a livello architetto­nico. È una sfida che vogliamo vincere».

L’avventura europea dell’Atalanta sembra qualcosa che va oltre lo sport. Basta vedere gli esodi dei bergamasch­i: anche a Liverpool hanno invaso la città.

«Sono d’accordo ed è un aspetto che vorrei fosse sottolinea­to con più forza. L’Europa League ha anche dei risvolti sociali per la nostra gente e sono

uno dei motivi di maggior orgoglio di questa stagione».

L’exploit europeo è probabile che contribuis­ca ad aumentare i fari puntati sull’Atalanta in chiave mercato.

«Siamo abituati a questo. Ma manca ancora tanto a gennaio, anche se monitoriam­o sempre la situazione, con il nostro lavoro di scouting sotto la guida di Giovanni Sartori. Quello del mercato è un tema non ancora in agenda. E siamo contenti del gruppo che abbiamo».

Per un’Europa League super, c’è un campionato non altrettant­o esaltante.

«La Serie A quest’anno è più competitiv­a perché ci sono le big che si sono riprese dallo scorso campionato. Ora dobbiamo dimenticar­e l’impresa di Liverpool e buttarci a capofitto sull’Italia. È d’accordo anche il mister che lì dobbiamo migliorare. A partire dalla sfida con il Benevento di lunedì sera, una gara importante per noi tutti. Detto questo, per me all’Atalanta mancano due o tre punti rispetto a quanto ha dimostrato sul campo e con quelli forse non parleremmo in modo così negativo».

Sfida Il nuovo stadio dovrà coniugare la modernità del Groupama con la storia di Goodison Park L’ epopea europea va oltre lo sport: per la nostra gente ha una grande valenza sociale Dopo la partita ho abbracciat­o il mister. E un abbraccio a volte vale più di mille parole

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 ??  ?? Dirigente Luca Percassi, a.d. dell’Atalanta, e il gol di Gosens che con un diagonale chirurgico ha portato l’Atalanta sul 3-1 contro l’Everton
Dirigente Luca Percassi, a.d. dell’Atalanta, e il gol di Gosens che con un diagonale chirurgico ha portato l’Atalanta sul 3-1 contro l’Everton

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