VOGLIAMO SOLO MISS EUROPA
Edizione straordinaria: 5-1 in Inghilterra, nello stadio dove nessuna squadra italiana aveva mai vinto. Troppo bello per essere vero. Difatti non lo è, non del tutto e non fino in fondo. Il cuore dice impresa memorabile che fila dritta in cima alla nostra collezione, la ragione dice però che l’Everton è il materasso del girone, che era già eliminato, che soprattutto la partita è rimasta ansiogena fino a cinque minuti dalla fine. Certo non è questo il momento di fare gli schizzinosi. Certe cose succedono talmente di rado, qui a Bergamo, che spaccare il capello in quattro è peccato mortale. Eppure le ore passano e la febbre inevitabilmente cala. Sfogata la baldoria, sfumata l’enfasi, riaffiora fastidioso un barlume di cocciuta lucidità. Ed è questo super-io, come lo chiamava Giuseppe Berto, un io che ci sta sopra e che ci rompe continuamente l’anima con le sue sensate obiezioni, è questo atalantino posato a imporci la misura. L’inevitabile diffidenza. Se una luce la notte di Liverpool ha acceso sull’Atalanta, questa è sicuramente la luce che mette a nudo la doppiezza. L’energia elettrica delle serate europee non può che gettare un’ombra sempre più scura sull’altra Atalanta, la sorella spenta e pigra del campionato. È per questo che col passare delle ore la sbornia di Liverpool lascia spazio persino a un retrogusto amaro. Noi gasperinos, incontentabili e insaziabili, certo abituati troppo bene, non vogliamo due Atalante. Ce ne basta una. Solo quella. Miss Europa.