Dipendenti pubblici, la sosta si paga
In centro L’assessore Zenoni: «Questione di equità, la sera vorremmo mettere quei posti a disposizione dei cittadini»
Lettera del sindaco alle istituzioni in città, anche alla Procura: 120 euro all’anno per tutti
In una lettera, il sindaco Giorgio Gori scrive di «principio di equità». L’ha mandata al procuratore così come ai vertici delle altre istituzioni che da anni usufruiscono dei permessi speciali di sosta gratuiti per le auto private. Adesso devono pagare, così come pagano i residenti. Il cambiamento riguarda 260 persone, equiparate ai residenti «per la rilevante funzione pubblica». Sono 120 euro all’anno, la tariffa del centro città. Giunta e dirigenti del Comune sono inclusi.
La lettera del sindaco Giorgio Gori è arrivata al procuratore Walter Mapelli, per esempio, e annuncia le nuove regole della sosta. Si dovrà pagare. Il cambiamento non si limita ai magistrati, alla polizia giudiziaria e ai dipendenti amministrativi della Procura. Si estende a tutte le istituzioni, dalla Provincia all’Inps, alle quali è stata mandata una comunicazione analoga: chi ha (o chiederà) il permesso della sosta per l’auto privata e alla scadenza vorrà il rinnovo dovrà pagare 120 euro all’anno, la quota più alta, quella del centro. Il giro di vite diventerà effettivo lungo il 2018. Dall’ufficio mobilità del Comune sta per partire una seconda lettera per spiegare le modalità e i tempi per adeguarsi al cambiamento che coinvolge 260 persone. Restano escluse le auto di servizio. Quelle della polizia e dei carabinieri, e della stessa Procura, sempre per fare un esempio. E quelle in transito.
La novità è un compromesso tra la concessione e il «principio di equità» per citare la missiva. La prima: «Si è ritenuto coerente con le nostre politiche di mobilità urbana equiparare
ai residenti alcuni soggetti che non lo sono, considerandoli domiciliati per la particolare e rilevante funzione pubblica». Il secondo: «Perseguire un più corretto utilizzo dello spazio pubblico e ampliare l’offerta di sosta». E un ragionamento. Quel che vale per i residenti, che si sono dovuti adeguare anche con qualche mal di pancia, vale anche per questi residenti speciali. Non è in vista una riduzione dei contrassegni, ma il pagamento potrebbe
provocare un fisiologico calo delle richieste. «Si tratta di permessi in essere da decenni, giusti nel momento in cui un’istituzione pubblica li chiede per motivi di servizio — commenta l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni — . La differenza è che sono sempre stati gratuiti, invece ora si pagheranno come pagano i residenti, e ogni anno dovrà essere rinnovata la richiesta. È una questione di equità. Sta nella responsabilità dell’istituzione
decidere a chi servono. Qualcuno che, per via della gratuità, prima chiedeva il permesso anche se lo utilizzava poco, ora potrebbe decidere di non rinnovarlo».
L’effetto per il momento sarà a senso unico. Ma in futuro potrebbe essere a doppio senso. Come, si può riassumere con una domanda: chi abita in centro potrà parcheggiare davanti alla Procura? «Al momento non è possibile — chiarisce l’assessore — perché sono spazi riservati.
Non mi spiacerebbe aprire il dialogo perché nel fine settimana e la sera vengano estesi ai cittadini i posti ora riservati Stefano Zenoni Assessore Giunta inclusa Pagano anche dirigenti e amministratori comunali: altra lettera con tempi e modi
Ma sarebbe interessante aprire un dialogo perché i residenti possano utilizzare quei posti, per esempio il sabato e la domenica, e la sera, quando non sono necessari alla Procura».
In piazza Dante la porta è aperta a parlarne. «Mi sembra una scelta ragionevole — commenta il cambiamento già in atto Mapelli —, lo sarebbe ancora di più se si potesse estendere anche ad altre zone della città, sempre per ragioni di servizio». Per la Procura una stretta dei parcheggi era già arrivata con l’eliminazione dei posti sul lato destro, guardando l’ingresso, per far posto ai dehors dei locali. I contrassegni, una cinquantina, sono di due tipi. Uno circoscritto al palazzo e l’altro per le vie vicine. Sempre in nome dell’«equità» nella lettera Gori mette in chiaro: «Anche il sindaco e la giunta corrispondono al pagamento della quota annua qualora desiderino avvalersi del contrassegno speciale». Se serve, perché c’è posto nel cortile di Palafrizzoni, comunque incluso nella revolution: dirigenti, segretario e avvocato.