Cascina occupata c’è un piano Casa per le donne
Il Comune di Bergamo investirà un milione per riqualificare la Cascina Ponchia, occupata da quattro anni, e per creare all’interno un progetto di housing femminile. L’annuncio è stato dato ieri in Consiglio dall’assessore Francesco Valesini, durante la discussione sulla vendita del Principe di Napoli, l’edificio di via Pignolo. «A questa vendita – dice Valesini – corrisponde un impegno che è stato preso dal Comune: investire quel ricavato in opere ed edifici che hanno a che fare con la finalità sociale originaria dell’ente Asilo di Napoli».
I soldi della vendita del Principe di Napoli (il valore è di 2,4 milioni) verranno usati, per esempio, per la ristrutturazione della scuola Mazzi-Calvi, per l’ampliamento della ludoteca di via Diaz e per la ristrutturazione dell’Istituto comprensivo Santa Lucia e della palestra. «Oltre a queste opere — spiega l’assessore — l’amministrazione ha deciso di mettere un altro milione sulla Ponchia». Per un progetto sociale: nella cascina il Comune vuole ricavare, entro la fine del mandato, una decina di appartamenti da destinare a donne, anche con figli. «Si tratta di un progetto di housing femminile — spiega l’assessore Maria Carolina Marchesi —. La casa accoglierà donne con bambini piccoli che hanno bisogno di aiuto per vari motivi, perché sono poveri o perché hanno subito violenza o ancora perché sono arrivati sul nostro territorio e non hanno un punto di riferimento preciso. È un’esperienza ampiamente consolidata con la Casa Mater alla Clementina. La formula è replicabile e ci permetterebbe di risparmiare almeno 300 mila euro l’anno, visto che il costo medio giornaliero di una persona ricoverata in una comunità esterna al Comune è di circa 80 euro al giorno».
Resta il fatto che la cascina è tuttora occupata. «Bisognerà aprire una partita, un confronto, che parte da buone premesse Kascina Autogestita Popolare L’edificio di via Ponchia, zona Monterosso, è occupata da quattro anni
— dice Valesini —. Se ricordo bene, l’occupazione era stata fatta per mantenere la proprietà pubblica dell’edificio (la precedente amministrazione voleva venderlo) per dargli poi una finalità sociale: mi pare che entrambi gli obiettivi siano stati ottenuti. Credo si possa trovare un’intesa, i ragazzi potrebbero uscire da soli, senza arrivare allo sgombero».
Nei mesi scorsi il Comune ha revocato la costituzione di parte civile nel processo per l’invasione della Ponchia nei confronti di tre persone: la mossa potrebbe aiutare l’amministrazione nel riavere l’edificio vuoto, senza doverlo sgomberare.
La tempistica Il Comune vuole realizzare gli alloggi entro fine mandato E senza sgomberi