Corriere della Sera (Bergamo)

Il restaurato­re Bono Storia e arte in 20 metri quadrati

Il restaurato­re di via Pignolo : «Ho ereditato la passione da mio padre. Mi ha insegnato mestiere e valori della vita»

- Fiorillo

Mi sento quasi un privilegia­to nel portare avanti un lavoro di nicchia, ormai in via d’estinzione

Tante famiglie hanno portato qui i loro piccoli e grandi tesori e con essi la loro storia Marco Bono

Una bottega che profuma di storia tra i palazzi di via Pignolo, custode e salvezza dei pezzi pregiati delle nobili famiglie bergamasch­e e di una tradizione secolare che fa rima con passione. Marco Bono, 52 anni, restaurato­re figlio d’arte, in quel negozio di famiglia al civico 99 ha speso un’intera vita tra scalpelli, chiodi, martelli e ferri del mestiere per preservare un patrimonio di oggetti senza età. Oggi festeggia 40 anni di attività circondato dai suoi affetti più cari: mobili, cornici, sedie, specchi, pialle, lampadari. La Bergamo del ‘600 racchiusa in venti metri quadrati, lì dove nel secolo scorso si erano alternati un fornaio e un ebanista intarsiato­re.

Il restaurato­re di via Pignolo ha ereditato la passione e i segreti di questo antico mestiere dal papà Luigi e dal nonno Giuseppe. «Mi sento quasi un privilegia­to — racconta — a portare avanti un lavoro ormai in via d’estinzione, quasi di nicchia. I negozi di vicinato in questa via sono scomparsi. Non ci sono più l’orologiaio, il falegname, il radiotecni­co, il fruttivend­olo, il farmacista. Via Pignolo è un angolo di storia che non si concilia più con il commercio. Quando papà si è insediato nel 1965 il mondo era diverso. In fin dei conti le piccole botteghe come la nostra salvaguard­ano la storia di Bergamo». Di tempo ne è passato. La strada oggi è luogo di transito dei turisti che si recano in Città Alta e degli studenti universita­ri. E sono tanti quelli che si fermano dinanzi al negozio nella ripida salita, incuriosit­i dalla luce e dagli oggetti d’arte polverosi che popoladi il locale. Non c’è un’insegna sulla strada, ma basta dare un’occhiata per scoprire un intero mondo che si staglia in due stanze separate da un’arcata. Un piccolo museo cui essere orgogliosi «perché qui — sottolinea il restaurato­re — è racchiusa la storia della mia famiglia. Non potrei mai svendere i sacrifici e i ricordi di una generazion­e perché non hanno prezzo». Marco Bono, sposato e padre di due figli, si cimenta anche in laboratori creativi: «Mia moglie spesso mi aiuta in bottega nella composizio­ne di lampade e mobili laccati. Oggetti esclusivi che piacciono alla clientela». Il restauro è una passione trasmessa dal nonno Giuseppe, titolare di una bottega in via Borgo Palazzo ed esperto falegname. Poi il papà Luigi gli ha forgiato il carattere: «È stato fondamenta­no le perché mi ha insegnato i valori autentici della vita e del mestiere. Bisogna credere in se stessi ed essere responsabi­li. Questo lavoro mi appaga e spero che i miei figli non disperdano l’inestimabi­le patrimonio di valori trasmessi da un’intera generazion­e».

Sono tante le famiglie che nel corso di un secolo hanno fatto tappa in via Pignolo per rimettere a lucido i tesori di una vita. Bono ne è certo: «La storia di Bergamo, racchiusa in 20 metri quadri della bottega di famiglia, l’abbiamo scritta, nel nostro piccolo, un po’ anche noi».

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 ??  ?? Tesori Marco Bono al lavoro nella bottega di via Pignolo. Oltre al restauro si dedica alla composizio­ne di lampade e mobili laccati
Tesori Marco Bono al lavoro nella bottega di via Pignolo. Oltre al restauro si dedica alla composizio­ne di lampade e mobili laccati
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 ??  ?? Cesello La moglie di Bono lavora un anello con il punteruolo da orafo
Cesello La moglie di Bono lavora un anello con il punteruolo da orafo

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