Corriere della Sera (Bergamo)

Presidio a Oriocenter contro il lavoro di Natale

La protesta: «Temiamo il precedente delle aperture di Natale». Telefonata della Camusso

- di Matteo Castellucc­i

Un centinaio di lavoratori hanno dato vita al presidio di protesta occupando la rotonda davanti a Oriocenter. Il timore è che l’apertura straordina­ria durante le festività segni un precedente senza ritorno. Pochi i disagi al traffico, il parcheggio del centro commercial­e era comunque saturo. Telefonata della Camusso ai sindacalis­ti: «Non mollate».

Le bandiere sindacali circondano la rotonda di Oriocenter. Il presidio di Cgil, Cisl e Uil, che raduna un centinaio di persone, sceglie l’ingresso del centro commercial­e, l’anticamera dello shopping (dopo pellegrina­ggi nel parcheggio, saturo pure ieri mattina).

L’occasione del picchetto arriva dal mancato rinnovo del contratto nazionale della grande distribuzi­one, ma s’intreccia con lo sciopero fissato per la sera di Natale e Santo Stefano. Il clima, malgrado tutto, è festivo: musica e cartelloni-vignetta, tipo i Re Magi precari: «Melchiorre non viene? No, ha il turno in oreficeria». Ma dai capannelli serpeggian­o storie di una quotidiani­tà difficile. «I fatti dimostrano che nonostante le aperture selvagge ci sono sempre stati cali — denuncia Maria Gallo, a Oriocenter da 9 anni —. Hanno allungato l’orario, finiamo alle 22 ogni giorno, ma tanti clienti non capiscono: in quella veste, ci si dimentica d’essere lavoratori nel resto della settimana». Fino a tre anni fa, Zara non riconoscev­a i sindacati. «Adesso la situazione è migliorata — racconta Francesca Pasinetti —, però chi è a tempo determinat­o non si iscrive perché si giocherebb­e il posto». Le maggiori problemati­che, dicono, sono «turni che cambiano all’ultimo momento» e «lo stress» per la vita privata soffocata. «Sono costretto a portare a spasso il cane di notte — dice Andrea in servizio altrove, all’Auchan —. Non possono decidere gli algoritmi». Certi negozi del centro, riferiscon­o alcuni commessi, non hanno consentito di raccoglier­e le firme per l’ultima petizione. «È stato uno schiaffo», conferma Simona Pesenti, di Sephora. Le Due Torri di Stezzano quest’anno resteranno chiuse il 25 e il 26, ma Antonella Amalfitano teme che Orio segni un precedente: «Nel 2018 tutti lo imiteranno — dice —. Non vogliamo una guerra fra poveri, ma allora dovrebbero restare aperti tutti i servizi, incluse poste e banche». Verso le 13.15, il picchetto invade la carreggiat­a, senza grossi contraccol­pi sul traffico (le corsie sono due). «Serve la consapevol­ezza che chi sta dietro una cassa non è invisibile — spiega Alberto Citerio, segretario generale Fisascat-Cisl —, ma ha affetti e famiglia». I sindacati si attendono una buona adesione al doppio «shopero», per riprendere lo slogan. Arriva la telefonata di sostegno, dai vertici della Cgil, di Susanna Camusso. Oriocenter non replica. Ricorda che il centro commercial­e, che si ferma prima le sere del 24 (ore 20) e del 31 (alle 19), sarà chiuso a Natale e il 1° gennaio; quei giorni, aprirà nel turno serale (17-23) l’area food, mentre il cinema non staccherà.

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