«Donizetti al via Nodo migranti per la stazione»
Gori: il bilancio in Comune e la corsa al voto
Giorgio Gori riunisce la giunta e i giornalisti per gli auguri. È la tradizione, un’occasione per fare il bilancio dell’anno che sta finendo e guardare avanti. Ma Gori non è più solo il sindaco di Bergamo, è anche il candidato del centrosinistra alle Regionali. E vuole fare entrambe le cose al 100%. Per dimostrare che è possibile si presenta con due elenchi lunghi così: uno per il 2017 (cose fatte) e uno per il 2018 (cose da fare). E parla di immigrazione e del Pd. «L’attenzione, la cura e l’impegno della giunta non sono mai venuti meno neanche un giorno dal 2014 — dice il sindaco —. Questo è un gruppo di persone che ha imparato a lavorare bene insieme. I risultati sono dovuti anche a questa componente umana, che consente a me di far convivere, da qui a marzo, l’impegno come sindaco, che resta la mia priorità, con una campagna elettorale possibilmente di successo in giro per la regione».
È un Natale diverso. Giorgio Gori riunisce la giunta e i giornalisti per gli auguri. È la tradizione, un’occasione per fare il bilancio dell’anno che sta finendo e guardare avanti. Ma Gori non è più solo il sindaco di Bergamo, è anche il candidato del centrosinistra alle Regionali. E vuole fare entrambe le cose al 100%. Per dimostrare che è possibile si presenta con due elenchi lunghi così: uno per il 2017 (cose fatte) e uno per il 2018 (cose da fare).
«L’attenzione, la cura e l’impegno della giunta non sono mai venuti meno neanche un giorno dall’inizio di questa tornata, dal 2014 — dice il sindaco —. La lista delle cose fatte e di quelle che andranno in scadenza quest’anno è la prova più evidente di una concretezza che personalmente ritengo si debba molto al clima che si è stabilito tra di noi. Non era scontato: veniamo da storie ed esperienze diverse, storie politiche anche differenti. Questo è un gruppo di persone che ha imparato a lavorare bene insieme. Non credo abbiate notizia di contrasti e di liti. E se ci sono state discussioni non le abbiamo mai portate in piazza. I risultati sono dovuti anche a questa componente umana, che consente a me di far convivere, da qui a marzo, l’impegno come sindaco, che resta la mia priorità, con una campagna elettorale possibilmente di successo in giro per la regione. Non potrei farlo senza la forza di questo gruppo di lavoro, l’impegno di Sergio (il vicesindaco Gandi, ndr) in primo luogo, punto di riferimento vicario per tutti gli assessori, ma non ne trascurerei nessuno, nel riconoscere il lavoro che ciascuno ha fatto». Il sindaco parla volentieri della campagna elettorale e del 2018, ma non si sbilancia sul nome che potrebbe guidare, al posto suo, il centrosinistra in città dal 2019. «È un tema su cui non ci siamo neanche confrontati — taglia corto il sindaco —. C’è anche un po’ di scaramanzia, poi ci sono i tempi per ragionare con calma».
Il bilancio del 2017
Gori ci tiene a spiegare che sta lavorando ancora a pieno ritmo per la città. E racconta le cose fatte nel 2017, «un anno bello intenso». Dalle demolizioni all’ex caserma Montelungo e all’ex Ote al lancio del concorso per la riqualificazione del centro, e poi per esempio l’avvio dei lavori per la Linea C totalmente elettrica, la ripresa del cantiere del parcheggio di via Fara, le opere per oltre 30 milioni di euro (dall’allargamento del nodo di Pontesecco alla palestra Codussi), il nuovo regolamento per il commercio in Città Alta. Il sindaco cita anche il riconoscimento delle Mura come Patrimonio mondiale dell’Unesco, il quinto posto nella graduatoria del bando Periferie, il record della raccolta differenziata al 70%, i 197 mila utenti del Bergamo Wi-Fi e il «grande onore» per aver potuto ospitare il G7 dell’Agricoltura.
Le sfide del 2018
Poi ci sono i progetti per l’anno nuovo. «Il 26 gennaio — dice Gori — conosceremo i risultati del concorso per la riqualificazione del centro e, in primavera, andremo a sottoscrivere l’accordo di programma con la Regione per i lavori all’ex Ote. Partiranno i lavori al parcheggio del Gasometro e andremo a perfezionare la cessione della Montelungo all’Università e l’avvio del cantiere per lo studentato. L’estate dovrebbe poi essere la stagione in cui cominceremo a vedere l’intervento sullo stadio nuovo, la prima curva, il primo pezzo del nuovo impianto». Tra i cantieri più im-
portanti del 2018 ci sarà quello per la ristrutturazione del Teatro Donizetti. «Sono trascorsi i 35 giorni di tempo durante i quali chi ha partecipato alla gara senza vincerla avrebbe potuto fare ricorso. Ma — spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Brembilla — non è stato presentato alcun ricorso: i lavori inizieranno dopo le feste, a gennaio». Il 2018 sarà anche l’anno in cui il Comune presenterà il nuovo sito internet e lo sportello polifunzionale. «L’idea — spiega l’assessore all’Innovazione, Giacomo Angeloni — è unire i servizi del Comune e offrire ai cittadini orari “sani” per venire agli sportelli: oggi, alle 15.45, gli uffici sono chiusi». Il 2018 sarà anche l’anno della mostra su Raffaello (verrà inaugurata il 26 gennaio), del centenario del museo Caffi e della mostra sui dinosauri. Gori parla anche delle decisioni «impopolari» prese dalla giunta, dal piano della sosta con le strisce blu a pagamento anche nei festivi al cantiere di via Fara: «Non ci siamo risparmiati scelte che potevano, a breve, determinare qualche malumore. Se pensiamo che sia giusto fare una scelta, la facciamo».
L’immigrazione
Restano questioni irrisolte, che per altro fanno salire i toni del dibattito politico, come la sicurezza e l’immigrazione. «In stazione — dice il sindaco — l’impegno di presidio da parte delle forze dell’ordine e nostro credo sia stato massimo. La situazione non è apprezzabilmente cambiata perché nel frattempo è venuto al pettine il nodo della discutibile gestione dell’accoglienza che si fa nel nostro Paese. Non si fanno rimpatri, ci sono percorsi standardizzati che impediscono l’integrazione. Noi abbiamo fatto benissimo per come potevamo e Caritas più di noi. Ma bisogna cambiare le regole a un livello che non è quello del Comune di Bergamo. Si può fare forse a livello regionale. Serve una politica di formazione e di avviamento al lavoro di larga scala che compete alla Regione e potrebbe dare dei risultati molto apprezzabili. Il tema, poi, dei rimpatri o delle regole per la concessione del permesso di soggiorno competono a un livello ancora più alto, al ministero dell’Interno e al governo. Tutti quelli che hanno il diniego campano di lavoro nero, se gli va bene, altrimenti di piccole attività malavitose. Si rendono protagonisti di quello spettacolo che vediamo tutti i giorni non soltanto a Bergamo, in tutte le città, attorno alle stazioni. Il fatto che si consegnino a una condizione di illegalità migliaia e migliaia di persone non è senza conseguenza dal punto di vista del decoro nelle città». Il vicesindaco Sergio Gandi ci tiene però a puntualizzare che «il fenomeno ha numeri molto contenuti. Lo spaccio in via Bonomelli, per esempio, c’era anche prima che arrivassero i richiedenti asilo. È un fenomeno, purtroppo, difficile da sradicare perché permane da tempo».
Le alleanze
Sulla crisi del Pd, invece, il sindaco prova a minimizzare: «Un partito che comunque viene dato al 24% non è esattamente in caduta libera secondo me. C’è un cedimento, lo dicono i sondaggi, però io vedo che molti cittadini lombardi sanno riconoscere molto bene la differenza tra il piano nazionale e quello locale e, di conseguenza, nutrono concretamente la speranza che qua ci sia un’affermazione del centrosinistra a prescindere da quello che succederà a livello nazionale. Quando vado in giro nessuno mi chiede della Boschi. Mi chiedono dei treni, degli ospedali, del welfare. Credo sia possibile raccontare la partita elettorale lombarda come un film diverso, in cui evidentemente la componente civica diventa determinante».
La ristrutturazione Non ci sono stati ricorsi: a gennaio potrà iniziare il cantiere del teatro La sicurezza In stazione la situazione resta critica: bisogna cambiare l’accoglienza Le opere Nel 2018 l’ex caserma verrà ceduta all’ateneo per realizzare il campus Quando vado in giro la gente non mi chiede della Boschi. Credo che qui si riesca a distinguere tra il piano regionale e quello che accade nel Pd a livello nazionale Giorgio Gori sindaco