Oriocenter fa il pieno, ira della Cisl
Il sindacato se la prende con i clienti: spiace che nella cattolica Bergamo vinca il consumismo
Il doppio sciopero a Oriocenter, a Natale e a Santo Stefano, ha fallito. Negozi e ristoranti sono rimasti tutti in servizio. E la clientela non ha disertato. Alle 20 di ieri è stato conteggiato un afflusso di oltre 60 mila persone. Un dì di festa, quello di Santo Stefano, segnato a mezzogiorno da un comunicato della Fisascat Cisl di Bergamo, con un commento andato ben oltre lo sciopero: «Dispiace constatare che nella cattolica Bergamo si seguano più agevolmente i richiami del consumismo a ogni costo, piuttosto che gli inviti di Papa e vescovo al rispetto dei tempi del lavoro e del riposo», ha detto il segretario di categoria Alberto Citerio.
Doveva essere «storico», ma il doppio sciopero a Oriocenter ha fallito. Oppure ha vinto il «consumismo», secondo la lettura dei sindacati, che avevano messo quelle due date, il 25 e il 26 dicembre, Natale e Santo Stefano, al centro della battaglia contro il «massacro del terziario». Nessuna ripercussione dalla protesta sull’attività di negozi e ristoranti del centro commerciale, tutti in servizio. E, soprattutto, è la clientela che non ha disertato.
Il giorno di Natale, il centro commerciale è chiuso, ma la food court — la zona della ristorazione collaterale al cinema — ha aperto per il turno pomeridiano, dalle 17 in poi. Verso le 17.40, fuori dal nuovo ingresso, ci si imbatte in un capannello di persone: amici che nel tempo di una sigaretta attendono il resto del gruppo. Oriocenter è diventato, non è una novità, anche questo: un luogo di ritrovo. Le gallerie dello shopping sono schermate da un pannello nero, ma nell’ala più recente sfilano gli stessi ragazzini di ogni pomeriggio festivo da riempire. Magari con in tasca la busta della mancia, appena incassata da nonni e parentado, che oggi potranno spendere solo in cibo. E in effetti, nonostante la cena sia lontana (e il pranzone pericolosamente vicino), qualche temerario si piazza già fra i tavolini di Kentucky Fried Chicken (Kfc). Poche ore dopo, alle 20.45, stesso scenario: sono accese le insegne di tutti i ristoranti, Kfc, Roadhouse e Dispensa Emilia possono vantare pure un discreto affollamento. Nel complesso, le presenze, rade, riflettono quelle di una serata infrasettimanale.
Ieri mattina, invece, si è rivisto l’assedio modello weekend. Per Santo Stefano, il picchetto che venerdì scorso ha circondato di bandiere sindacali la rotonda con la fontana aveva profetizzato una «mobilitazione storica», decisiva per condannare le «aperture indiscriminate». Non è andata così. Proprio lì, alla storica anticamera del centro commerciale, ieri sono comparse, prima a tratti poi stabilmente, le code dei giorni di pienone. Trovare posto, nel parcheggio stipato, è la solita caccia al tesoro. Fra gli stalli del parcheggio a raso, accanto al pistone da sci, stazionano famigliole; un padre attende il resto della tribù, che si è attardato con le compere, di guardia a un bagagliaio già spalancato. Qualche ritardatario si aggira stretto a un pacco-regalo da consegnare fuori tempo massimo.
All’interno, l’affluenza ricorda qualunque altro fine settimana. I corridoi non sono colmi ai limiti della portata, ma attraversarli prima di pranzo comporta un bagno umano. Per tanti, questi viali lucidi rappresentano la passeggiata domenicale, un’alternativa al Sentierone o ai dintorni di casa. Nessuna vetrina è spenta. Nei negozi non si percepiscono disagi per la clientela, che poi si distribuisce in proporzione alla fama dei brand. I pellegrinaggi assecondano gli itinerari: chi ha figli mette in conto una sosta fra Lego e Disney; le schermaglie delle coppie, davanti ai vestiti da sposa, fanno luccicare gli occhi alle (presunte) consuocere al seguito. Colpisce il tutto esaurito di tante catene fast food. Per la «seconda di Natale», una mezza istituzione in provincia, moltissime famiglie scelgono Mc Donald’s e affini, cioè tendenzialmente un menù in cui siano imprescindibili le patatine fritte. Non esattamente un pasto dietetico, con alle spalle il giorno uno della maratona calorica delle Feste. È un testa a testa con Kfc, uno dei prediletti a giudicare dalla lunghezza delle code. Ma è in generale la ristorazione a polarizzare le presenze.
Al pomeriggio, l’asse interurbano è intasato, i parcheggiatori sono in piena attività per smistare le auto. A prescindere dall’incasso, la risposta di pubblico sembra indifferente agli appelli delle sigle sindacali. Nella mente di tanti bergamaschi, la battaglia sull’apertura natalizia di Oriocenter è una questione superata.
Tutto aperto Ritrovo da teenagers Nel pomeriggio di Natale i ragazzini si danno appuntamento come in ogni weekend La protesta sindacale non si percepisce e i negozi si riempiono come sempre