IL LAVORO AL CENTRO
La Cisl prende atto con amarezza dell’afflusso di migliaia di clienti a Oriocenter, a Natale e Santo Stefano, tacciandoli di incoerenza per non aver seguito l’appello del Papa in favore del riposo nei giorni festivi, e quindi per non essere stati solidali con i rappresentanti dei lavoratori che avevano proclamato lo sciopero. Uno stop al lavoro che non ha avuto nessun ritorno di immagine, perché lo shopping center non ha subìto conseguenze, e ieri in particolare ha registrato un afflusso di oltre 60 mila persone. Delle due l’una: o lo sciopero è fallito, tra gli stessi addetti di Oriocenter, oppure i lavoratori che hanno incrociato le braccia, come sostiene la Cisl, sono stati sostituiti, dove serviva, da persone disponibili a lavorare a chiamata. Ma il caso resta emblematico, per aspetti che forse continuano a sfuggire al sindacato: può piacere o no, ma Oriocenter non è più un semplice luogo di commercio e di lavoro, è diventato una piazza pubblica, che migliaia di persone frequentano non per andare a fare spese, ma anche solo per una passeggiata. E immaginarle incoerenti con il proprio credo religioso per aver cenato e visto un film al cinema, appare davvero pretestuoso. Il lavoro, poi, negli ultimi anni ha subìto una crisi occupazionale e, più in generale, una sorta di rivoluzione contrattuale continua, che a tratti ha prodotto risultati ben più gravi di un impiego per la domenica o per Natale (dalle 17 in poi). Le battaglie per un mondo del lavoro più equo vanno combattute, ma quello su Oriocenter è apparso un proclama fuori dal tempo.