La studentessa di 22 anni morta in via Tre Armi rientrava in bici dal lavoro
La dinamica Andava in discesa, doveva tornare a casa. Scontro frontale con una Citroen
Aveva trascorso la serata della vigilia lavorando, Amarilli Elena Corti, 22 anni compiuti il 22 dicembre, «Ami» per i familiari e gli amici. E anche allo scoccare della mezzanotte, era ancora in un’abitazione di Città Alta, a far da baby sitter. Poi, poco prima dell’una, quando i padroni di casa erano rientrati, era salita in sella alla sua bicicletta elettrica, con cui si muoveva spesso su e giù per la città, ed era partita verso casa, dove c’erano i genitori ad attenderla, nell’appartamento di via Moroni 177. Ma dalla mamma e dal papà, Ami Corti non è mai arrivata: è morta in via Tre Armi, dopo lo schianto in bicicletta contro un’automobile. Circa due ore dopo la dirigente della polizia stradale di Bergamo, Mirella Pontiggia, ha suonato al citofono del caseggiato di via Moroni: è stata lei a dare la notizia al padre Rudy, alla mamma Rita Scola e al fratello Emil.
Una famiglia disperata. Sotto l’albero c’erano già i regali di Natale, per Ami, i genitori la aspettavano dopo il suo lavoro, pronti a trascorrere insieme anche la giornata del 25. Ma lei non è più tornata e la notizia è rimbalzata subito tra parenti, amici, compagni di università. I fatti, pubblicati online dai giornali già nella mattinata del giorno di Natale, hanno avuto parecchia eco sui social. Su Facebook l’account di Amarilli è stato trasformato in un «profilo commemorativo», con un messaggio sopra la foto di copertina: «Speriamo che le persone che amano Amarilli troveranno conforto nel visitare il suo profilo per ricordare lei e la sua vita». Un messaggio probabilmente scritto dai familiari, o dagli amici più stretti. In tanti, increduli, sono passati ieri dalla camera ardente, all’ospedale Papa Giovanni XXIII. E saranno presenti oggi ai funerali di Calolziocorte, il paese d’origine della famiglia Corti: le esequie saranno celebrate alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Lorentino.
Sull’incidente di via Tre Armi, intanto, la polizia stradale ha concluso i suoi accertamenti, consegnati al pubblico ministero di turno Carmen Santoro. Amarilli Elena Corti, in sella alla sua bicicletta elettrica, percorreva la strada in discesa. In direzione opposta viaggiava un automobilista di 41 anni, D.M., di Bergamo, alla guida di una Citroen Cactus. Lo scontro è stato frontale ed è probabile che la giovane ciclista, o il conducente dell’auto, non abbiano notato l’altro veicolo in arrivo: ma non è chiaro chi, se mai sarà possibile stabilirlo. Non è quindi escluso che la procura possa affidarsi a un consulente, per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente: via Tre Armi è molto stretta, il limite di velocità è di trenta all’ora proprio perché la carreggiata non è larga a sufficienza per contenere due corsie regolamentari. È quindi possibile che lo scontro sia dovuto a una valutazione errata dello spazio che sarebbe servito alla bicicletta per passare. Durante i rilievi la Stradale ha comunque verificato che le luci dell’automobile erano accese, la Citroen non ha avuto problemi tecnici. Il conducente è stato anche sottoposto subito al test dell’etilometro, negativo. La Polstrada attende ora l’esito degli esami del sangue sull’eventuale assunzione di stupefacenti.