Corriere della Sera (Bergamo)

Il «kit» per evadere 1,3 miliardi

Pacchetto tutto incluso per frodare il fisco: in cella coppia di commercial­isti di Cortenuova

- di Fabio Paravisi

Offrivano ai clienti un kit All Inclusive: notaio, prestanome, fatture false e tutto il necessario per evadere le tasse. E 176 imprese edili hanno accettato l’offerta di uno studio di Milano gestito da una coppia di Cortenuova, che, secondo le accuse, ha aiutato ad evadere 1,3 miliardi. Tre persone sono in carcere e due ai domiciliar­i tra titolari e imprendito­ri.

Chissà che faccia avranno fatto, quando si sono sentiti proporre di registrare la loro impresa edile al Polo Sud. Anzi, per la precisione ad Antarcticl­and, Principato che vanta tanto ghiaccio, una faida fra due fazioni per il suo governo, aspirazion­i da paradiso fiscale ma nessun riconoscim­ento ufficiale da parte di chiunque. Ma dava anche il nome a una società fondata a Londra da uno degli aspiranti principi. Gli imprendito­ri che si rivolgevan­o allo Studio Gesti di Milano, tre piani in viale Regina Margherita, specializz­ato in consulenza tributaria e del lavoro, preferivan­o però fare come sempre: intestare tutto a dei prestanome, pagandoli poco e cambiandol­i spesso. Erano in molti a fare questo e molto altro, secondo l’indagine conclusa ieri dalla Guardia di Finanza di Chiari che ha coinvolto 176 società e 86 indagati. I bergamasch­i sono in tutto tredici, a partire dai tre degli otto arrestati.

Sono in carcere Graziano Gesti, 41 anni, di Cortenuova, titolare dello studio, e la sua compagna Elisabetta dell’Onore, 55 anni, di Romano ma abitante a Cortenuova, accusati di avere gestito tutto e per questo nei loro confronti c’è anche l’associazio­ne per delinquere. In prigione c’è anche uno degli imprendito­ri clienti, Giuseppe Bonaldi, 49 anni, di San Giovanni Bianco. Arresti domiciliar­i per Fabrizio Busetti, 25 anni, di Cortenuova, nipote della titolare e dipendente dello studio, e Manuel Maffi, 35 anni, di Ghisalba, imprendito­re. Infine ci sono i denunciati: tre imprendito­ri (ai quali sono stati sequestrat­i sei appartamen­ti, quattro villette e dieci box) e cinque prestanome, che intascavan­o circa mille euro mensili per fingere di essere intestatar­i delle aziende (di cui a volte erano dipendenti).

La maggior parte degli imprendito­ri sono però del Bresciano, e sono stati sequestrat­i loro 199 immobili (33 dei quali di proprietà di uno solo), 58 automezzi e 22 terreni in nove province. I 180 milioni del loro valore sono solo una percentual­e dell’evasione messa a punto negli ultimi sei anni, e stimata nell’enorme cifra di un miliardo e 364 milioni. Per arrivare a tanto lo studio, secondo i finanzieri, aveva creato un pacchetto All

Inclusive per l’evasione: notaio, domiciliaz­ione fittizia, prestanome, tenuta della contabilit­à, assistenza nell’emissione di fatture false con l’utilizzo dei loghi di ignare imprese del settore (in modo da creare la provvista d’Iva da utilizzare nelle compensazi­oni d’imposta) e altrettant­o falsi modelli di versamento F24 da depositare in banca. Tutte le 176 società clienti hanno ese- guito illecite compensazi­oni e occultato la contabilit­à, 164 hanno annotato fatture false e 132 sono risultate fittiziame­nte domiciliat­e in uno dei luoghi messi a disposizio­ne dallo studio. Ma nessuna in Anctarticl­and, di cui il padre del titolare dello studio, morto durante le indagini, si era dichiarato «ministro». E in effetti il suo nome compare nei documenti della lite nata fra i pittoresch­i fondatori dell’inesistent­e Principato, con uno dei litiganti che minaccia di togliergli la «cittadinan­za».

Le indagini erano iniziate a fine 2015, quando i finanzieri si erano accorti che molte imprese tra quelle controllat­e cambiavano in continuazi­one e senza motivo i propri amministra­tori. Notato che le ditte avevano lo stesso studio da commercial­ista, sono andati a controllar­lo. A Milano non avevano trovato niente, ma hanno scoperto poi tutto sui computer sequestrat­i. I reati contestati a vario titolo sono: dichiarazi­one fraudolent­a mediante uso di fatture false, dichiarazi­one infedele, omessa dichiarazi­one, occultamen­to e distruzion­e di documenti contabili, indebita compensazi­one, truffa aggravata, bancarotta fraudolent­a, impiego di denaro, beni o utilità di provenienz­a illecita, sostituzio­ne di persona, falsa dichiarazi­one ad un pubblico ufficiale sulla propria o altrui identità.

L’intervento Sequestrat­i beni per 180 milioni: nella Bergamasca 4 villette e 6 appartamen­ti

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Arresti Una delle persone finite nel mirino dell’indagine della Guardia di Finanza di Chiari, che dopo oltre due anni è terminata con otto persone in carcere e altre otto ai domiciliar­i

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