«Polmonite», Mattia muore a 18 anni
Ricoverato venerdì, la tragedia domenica mattina. Lo choc dei compagni di classe
Mercoledì era nella sua classe al Linguistico Galilei e aveva solo il naso chiuso, quattro giorni dopo è morto per le conseguenze di una polmonite. Caravaggio è incredula per la tragica fine di Mattia Rapetti, 18 anni. All’inizio era sembrato avere solo un banale raffreddore. Le sue condizioni sono poi peggiorate, fino al ricovero a Treviglio. E poco prima del suo trasferimento a Niguarda, la crisi cardiaca che gli è risultata fatale.
Il lutto a scuola Al liceo di Caravaggio arriva lo psicologo per i compagni di Mattia sotto choc Era molto estroverso e bravo a tenere unita la classe, riusciva a farlo con l’ironia e il sorriso. Anche con noi insegnanti parlava con schiettezza Filippo De Mariano Docente
Mercoledì era in classe e aveva solo il naso chiuso, quattro giorni dopo è stato ricoverato d’urgenza per una polmonite ed è morto a causa di uno scompenso cardiaco. Caravaggio è incredula per la tragica fine di Mattia Rapetti, 18 anni, studente al linguistico del liceo Galileo Galilei. Il giovane si è spento all’alba di domenica lasciando nel dolore la mamma Floriana, il papà Stefano e il fratello minore.
Il ragazzo fino a mercoledì era andato regolarmente a scuola. L’unico problema, la difficoltà a respirare, pensava di avere un banale raffreddore. Rientrato a casa (dopo la separazione dei genitori Mattia con la mamma si era trasferito a Mozzanica in via Madre Teresa), il malanno ha iniziato a peggiorare, con vomito e mal di stomaco. Si pensava avesse contratto l’influenza. Venerdì alle 20 la mamma lo ha portato al pronto soccorso di Treviglio. Qui, secondo quanto precisa l’ospedale, sarebbero stati individuati i segni di una polmonite. Nel cornonno so della nottata la situazione è precipitata e il giovane è stato sedato e trasferito in terapia intensiva. Alle 3 di mattina però è stato svegliato. La mamma che era in sala d’attesa ha potuto vederlo e parlarci prima di rincasare. Alle 6.30 di mattina la don- na era di nuovo all’ospedale: Mattia intanto era stato trasferito in reparto.
Nel corso della notte tra sabato e domenica le condizioni del 18enne erano peggiorate a causa di una forte instabilità cardiaca. Mamma Floriana ha fatto in tempo a sentirsi dire che era stato disposto il trasferimento d’urgenza all’ospedale Niguarda quando è scoppiata l’emergenza. Mattia aveva avuto un’altra crisi cardiaca che gli è risultata fatale. I tentativi di rianimarlo sono stati vani. La famiglia ha rinunciato all’autopsia. La camera ardente è stata allestita a Mozzanica. Sulle cause della morte — su cui può aver influito l’immunità bassa dovuta alla polmonite — la direzione dell’ospedale spiega: «Attendiamo gli esiti degli esami disposti prima di poterci pronunciare sulle cause della morte e rinnoviamo la nostra vicinanza e il nostro profondo cordoglio ai famigliari».
La notizia della scomparsa di Mattia si è diffusa immediatamente. A Caravaggio la famiglia è conosciuta soprattutto per il Carlo Avogadri, a lungo massaggiatore di squadre professionistiche di ciclismo. Ieri il liceo ha messo a disposizione lo psicologo per i compagni di classe di Mattia. «È comprensibile — spiega il vicepreside Lorenzo Aresi — la difficoltà ad accettare una morte prematura e improvvisa come questa. Come liceo saremo presenti ai funerali».
«Mattia ha fatto il rappresentante di classe per tutti e 5 gli anni — racconta il docente di italiano e coordinatore della classe Filippo De Mariano —. Era molto estroverso ed era bravo a tenere unita la classe, riusciva a farlo con l’ironia e il sorriso. Era quello che veniva a parlare con gli insegnanti per esprimere i problemi della classe e lo faceva in maniera schietta e sincera. I suoi compagni sono molto scossi. Mi aveva detto che per il suo futuro voleva studiare architettura».
Le esequie di Mattia si terranno domani alle 14 nella chiesa parrocchiale di San Fermo e Rustico a Caravaggio. A celebrarla sarà don Umberto Zanaboni, che fino al 2016 è stato conduttore dell’oratorio: «Nei miei sette anni a Caravaggio — ricorda — Mattia ha sempre partecipato alla vita dell’oratorio. È rimasto anche dopo la cresima e faceva l’animatore al Grest. Era un ragazzo molto sensibile, un cuore buono. Sono molto legato alla famiglia perché la mamma canta nel coro della parrocchia. La notizia della morte mi ha sconvolto, sono due giorni che mi tremano le gambe. Ho celebrato altre messe per la morte di giovani, ma questa di Mattia sarà particolarmente difficile. Sto pregando molto perché il Signore mi dià la forza e l’ispirazione per l’omelia».