Begnini, all’asta l’albergo dell’inchiesta
Per il fallimento del Gruppo finora sono stati ceduti solo il Maresana Resort, la sede e un altro palazzo
Continua la messa all’asta dei beni dell’ex Gruppo Begnini, molti dei quali però non trovano clienti. Il 23 febbraio toccherà all’hotel di Cassano, per la cui realizzazione Begnini era stato coinvolto in un’inchiesta.
In vendita Tra i beni all’asta anche la Muratella, la Villa Manzoni di Cologno e l’ex Zerowatt di Nese
Finora era finito sui giornali soprattutto per le vicenda giudiziarie. Stavolta il Park Hotel di Cassano d’Adda è riaffiorato nelle pagine che riportano gli avvisi delle aste. L’albergo che sorge sulla provinciale che attraversa la cittadina milanese è finito nel calderone del fallimento del Gruppo Begnini e ora i creditori stanno cercando di recuperare parte dell’investimento.
Costato 12 milioni, l’hotel verrà messo all’asta il 23 febbraio il 23 febbraio con una base di 8 milioni e 148 mila euro, insieme a una struttura commerciale non terminata a 368 mila. Si tratta di un complesso a 4 stelle dotato di 64 camere da hotel e 40 da motel, quattro sale riunioni, ristorante da 120 posti e zona fitness. L’albergo è funzionante ma il gestore ha un contratto fino al 31 gennaio, che potrà essere prorogato al massimo per sei mesi. Una prima asta era già stata tentata in ottobre ma, come sembra essere destino della maggior parte dei beni del fallimento Begnini, era andata deserta. Ora ci si riprova con un ribasso del 20%. «Trovare acquirenti per gli alberghi ormai è sempre più complicato, lo vediamo anche in altri casi — commenta il curatore Raffaele Moschen —. I prezzi delle camere sono molto più bassi rispetto ai tempi pre crisi e i gestori devono anche pagare commissioni salate ai siti di prenotazioni. Con margini così ridotti ci sono meno ragioni per acquistare».
«Finirà che, di ribasso in ribasso, lo venderanno a 3 milioni: se l’avessero lasciato gestire a me, con i prezzi che avevamo messo a budget, sarebbe andato meglio e avrei recuperato più denaro», commenta amaro Begnini. Il quale proprio per quell’albergo, nel febbraio 2012 era finito sotto inchiesta con l’accusa di cordella ruzione. Secondo la procura di Milano avrebbe versato una presunta tangente da 50 mila euro a due mediatori per ottenere le autorizzazioni commerciali. «Ma quella storia — precisa Begnini — si è conclusa qualche mese fa con la prescrizione».
L’ultima asta deserta degli immobili del fallimento Begnini risale a poco più di un mese fa. Il 6 dicembre scorso nessuno si era presentato alla vendita del complesso alberghiero «La Muratella» di Cologno (prezzo 6,6 milioni su 15 milioni di valore di perizia), dell’albergo ristorante «Villa Manzoni» di Cologno (570 mila euro), del complesso ex Zerowatt a Nese (523 mila euro) e di un albergo non completato a Busto Arsizio (2,5 milioni). Si riproverà a metà febbraio.
Per trovare gli ultimi beni venduti bisogna tornare al giugno di un anno fa, quando il Maresana Resort di Ponteranica ha cambiato proprietario per 1,3 milioni a fronte di un valore di perizia di 3,5 milioni e un costo di realizzazione di 5,8. La struttura, 3.210 metri quadrati coperti su cinque livelli più altri 5.720 metri all’esterno e 29 mila di terreni agricoli e boschi, è stata acquistata dall’Aeper, che la trasformerà in un centro residenziale e diurno per il recupero di pazienti con patologie psichiatriche. Nel settembre 2016 avevano invece trovato nuovi proprietari l’ex sede del Gruppo a Urgnano e un immobile di Torino, per un totale di 7,7 milioni.