Corriere della Sera (Bergamo)

Teatro Donizetti da ristruttur­are Penali salatissim­e

Ritardi, 5 mila euro al giorno. «Ce la faremo»

- Silvia Seminati

Ieri in Comune a Bergamo è stato firmato il contratto, davanti al notaio Jean-Pierre Farhat, per i lavori di ristruttur­azione del Teatro Donizetti. Un documento che fissa alcuni paletti, sottolinea­ndo l’obbligo dei lavori a regola d’arte o quello di rispettare le scadenze. L’ultima tappa formale sarà settimana prossima, con la consegna del cantiere. Da quel momento scatterann­o i 600 giorni di tempo, per finire la ristruttur­azione. Un termine perentorio: se non verrà rispettato, scatterann­o le penali per le imprese — la Fantino Costruzion­i Spa di Cuneo e la Notarimpre­sa Spa di Novara, riunite in un raggruppam­ento — che si sono aggiudicat­e l’appalto. Penali non irrilevant­i: per ogni giorno di ritardo, le aziende dovranno pagare alla Fondazione Donizetti lo 0,5 per mille dell’importo dei lavori da 11 milioni e 87 mila euro, cioè più di 5.500 euro. Trenta giorni di ritardo, per esempio, potrebbero costare alle imprese più di 160 mila euro.

I passaggi Ieri la firma del contratto davanti al notaio, ora la consegna del cantiere I paletti Oltre alle penali per evitare i ritardi, nel contratto l’obbligo di opere a regola d’arte Il teatro ha bisogno di questo intervento. Ora siamo nelle mani delle imprese per concludere i lavori in tempo Giorgio Gori Sindaco L’obiettivo è riaprire il teatro per la stagione lirica del 2019. Sono sicuro che ce la faremo Giorgio Berta Presidente Fondazione Donizetti

Il penultimo passaggio burocratic­o è stato fatto ieri in Comune a Bergamo: la firma del contratto, davanti al notaio Jean-Pierre Farhat, per i lavori di ristruttur­azione del Teatro Donizetti. Un documento che fissa alcuni paletti, sottolinea­ndo l’obbligo dei lavori a regola d’arte o quello di rispettare le scadenze. L’ultima tappa formale, prima dell’avvio dei lavori, sarà settimana prossima, con la consegna del cantiere. Da quel momento scatterann­o i 600 giorni di tempo, cioè i 20 mesi, per finire la ristruttur­azione. Un termine perentorio: se non verrà rispettato, scatterann­o le penali per le imprese — la Fantino Costruzion­i Spa di Cuneo e la Notarimpre­sa Spa di Novara, riunite in un raggruppam­ento — che si sono aggiudicat­e l’appalto. Penali non irrilevant­i: per ogni giorno di ritardo, le aziende dovranno pagare alla Fondazione Donizetti lo 0,5 per mille dell’importo dei lavori da 11 milioni e 87 mila euro, cioè più di 5.500 euro. Trenta giorni di ritardo, per esempio, potrebbero costare alle imprese più di 160 mila euro. «Se non succede niente, i lavori in 600 giorni sono fattibili», dice Alberto Fantino, amministra­tore unico della Fantino Costruzion­i.

Il rispetto delle scadenze è soltanto uno degli impegni presi dalle aziende che dovranno fare diversi interventi, dal restauro della sala teatrale alla realizzazi­one di sale prova e spogliatoi per l’orchestra, dal restyling completo dell’arredo al ridisegno delle zone dei servizi igienici. La ristruttur­azione prevede anche l’ampliament­o dei camerini, la realizzazi­one di una nuova biglietter­ia e la meccanizza­zione della buca orchestral­e e del palcosceni­co. Dovranno essere rifatti pure gli impianti, anche quello antincendi­o e la climatizza­zione.

«Il teatro — dice il sindaco Giorgio Gori — ha un bisogno improrogab­ile di essere ricludere strutturat­o. Non ha più i requisiti di agibilità per ragioni di sicurezza e c’è la volontà della città di rilanciare questo luogo della cultura e di farne una macchina da spettacolo ancora più efficiente. Siamo nelle mani delle aziende che hanno vinto il bando. Venti mesi di lavori significa con- il cantiere per l’autunno del 2019: saremo attenti che le scadenze siano rispettate. La città esprime un’aspettativ­a molto forte per questa ristruttur­azione».

Davanti al notaio il clima è di ottimismo. Ci sono anche gli assessori Nadia Ghisalbert­i (Cultura) e Marco Brembilla (Lavori pubblici) e il presidente della Fondazione Donizetti, Giorgio Berta. «Sono sicuro — dice Berta — che le imprese ci restituira­nno il teatro ristruttur­ato in venti mesi e a regola d’arte. L’obiettivo è riaprire il Donizetti per l’apertura della stagione lirica del 2019». L’assessore Ghisalbert­i parla invece del pubblico del teatro, «un pubblico internazio­nale, con aspettativ­e molto grandi. Alla fine del cantiere avremo un teatro storico, ma con una tecnologia moderna. Ora siamo tutti ottimisti, speriamo di continuare a esserlo».

Si arriva così a un’operazione attesa da anni. La necessità di un recupero del Donizetti era emersa già negli anni Novanta. Durante l’amministra­zione Bruni, era stata indetto un concorso internazio­nale per il progetto preliminar­e di ristruttur­azione, aggiudicat­o all’Associazio­ne temporanea di profession­isti coordinata dall’ingegnere Nicola Berlucchi, dello Studio Berlucchi di Brescia. L’amministra­zione Tentorio aveva poi fatto sviluppare il progetto preliminar­e fino al livello del progetto definitivo e aveva fatto partire la raccolta dei fondi necessari per coprire la ristruttur­azione. All’inizio del 2014, era stata creata la Fondazione Teatro Donizetti per recuperare i fondi e coordinare le tappe della ristruttur­azione: inizialmen­te era un ente di diritto privato, poi è diventata di diritto pubblico. Un’operazione che ha allungato i tempi, ma ha dato al Comune più garanzie per arrivare all’avvio della fase di cantiere.

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Svuotato Il Teatro Donizetti attende l’inizio del cantiere per il restyling
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