Dai colleghi ai sindacati: «Lungimirante e capace, una sensibilità non comune con cui ha sfidato la crisi»
Tra noi una grande confidenza. Ho perso un fratello Andrea Moltrasio Il sindaco Gori «La sua vocazione resterà come eredità spirituale per la cultura d’impresa» Ha dato coraggio ed energia alle imprese Stefano Scaglia Confindustria
«“Che strano che Silvio non mi chiami”, ho detto a mia moglie: Ho pensato: sarà impegnato in qualche viaggio o in qualche fiera». Andrea Moltrasio, presidente del consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca, è stato tra i primi a raggiungere Città Alta, ieri, per rendere omaggio a Silvio Albini. «Siamo stati compagni alle medie e al liceo, poi le nostre strade universitarie si sono divise, ma siamo rimasti sempre in contatto. Con lui mi sentivo regolarmente dalle 9 alle 11 di ogni domenica. Tra di noi c’era grande confidenza, personale ed industriale. Pensavo fosse in giro per qualche manifestazione di settore, per questo non mi sono allarmato. Sono addolorato, ho perso un fratello».
Albini è stato soprattutto un uomo di Confindustria: presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo dal ‘91 al ‘94 e vicepresidente di Confindustria Bergamo, prima con Moltrasio (2001-2005) e poi con Carlo Mazzoleni, che gli aveva affidato la delega alle relazioni industriali. Il cordoglio del presidente Stefano Scaglia: «C’è innanzitutto incredulità, unita a dolore, senso di vuoto per la perdita di un imprenditore di altissimo profilo ma anche e soprattutto per la perdita di una persona dotata di una grande carica umana e di una sensibilità non comune. Il contributo di pensiero, energia, entusiasmo che ha dato al mondo dell’impresa e all’associazione è stato enorme». Grande tristezza anche da parte dell’ex presidente di Confindustria Bergamo, Mario Mazzoleni: «Personalmente l’avrei visto bene anche come presidente, in virtù di un’intelligenza industriale fuori dal comune. Ma Silvio rifuggiva la notorietà, era schivo, riservato. Serberò di lui il ricordo di una persona squisita».
«Silvio era un uomo nobilissimo, nel senso più autentico del termine — gli fa eco Alberto Barcella, ex presidente — e questo oltre i suoi grandi meriti imprenditoriali, riassunti principalmente in una straordinaria lungimiranza e visione internazionale per un comparto, come quello tessile, che ha vissuto anni durissimi. Ha saputo proiettare il suo gruppo verso il futuro con intelligenza e sensibilità fuori dal comune». Non usa mezzi termini Roberto Sestini, patron di Siad. «È una tragedia. Silvio Albini era un personaggio di rara educazione e con una conoscenza approfondita dell’economia. Era un tranquillo-costruttivo, che ha sempre portato avanti problematiche e vicende aziendali con signorilità, senza mai alzare i toni. È una perdita enorme per il gruppo Albini, tanto più grande perché improvvisa». Unanime il ricordo dei sindacati: «È stato un imprenditore indubbiamente capace, che guardava avanti, non all’interesse immediato ma al miglioramento e allo sviluppo in prospettiva — rimarca Enio Conrelli della Filctem Cgil — . La sua gestione è stata rivolta più agli investimenti e alla crescita dell’azienda che agli interessi degli azionisti. Lo abbiamo conosciuto come persona rispettosa degli interlocutori, attenta alle esigenze dei lavoratori». «Era un grande, e soprattutto un uomo corretto — conclude Raffaele Salvatoni, segretario ge- nerale Femca Cisl —. Ha sempre lavorato da innamorato della sua azienda e dei suoi dipendenti, ha saputo e voluto mantenere l’occupazione anche negli anni della peggiore crisi, pur soffrendo, e resistendo alle sirene di traslochi all’estero o di altre scelte immobiliari, che altri suoi colleghi hanno invece seguito. Credeva nel tessile». «Era una grande persona, un uomo colto e curioso, attento e generoso nei confronti della comunità — secondo il sindaco Giorgio Gori —. La sua scomparsa è una grave perdita per Bergamo. Non ho però dubbi che la sua costante vocazione alla qualità e all’innovazione resterà come segno distintivo, quasi una sorta di eredità spirituale, a caratterizzare la cultura d’impresa bergamasca». L’ultimo saluto giovedì alle 10 in Duomo.