Corriere della Sera (Bergamo)

Anita, una tra i Mille

L’autrice immagina un incontro tra le due donne sul Rubicone La moglie di Garibaldi nel romanzo di Aurora Cantini Un’emigrata di Aviatico le racconta la vita nelle filande

- Gisella Laterza

1849. In una sperduta cantoniera sul Rubicone arriva una donna, stanca, distrutta, con i capelli neri tagliati corti. Inizia a raccontare la sua storia. È Anita Garibaldi, moglie del «Generale». Così inizia l’ultimo libro della scrittrice bergamasca Aurora Cantini, «Una tra i Mille, Anita», in uscita venerdì per Silele Edizioni.

Siamo ancora lontani dal 1861 e Garibaldi è in fuga da Roma, conquistat­a da napoletani e francesi, per avviarsi a Venezia, che ancora resiste agli austriaci. Nel romanzo, sua moglie Anita, in attesa di ricongiung­ersi a lui, lo aspetta sul Rubicone, luogo di confine dove i confini si fanno sfumati e scivolano via. Luogo che è tutti i luoghi evocati dalle parole. Il libro è infatti il racconto fatto dalla giovane moglie di Garibaldi a una donna di mezza età, Adalgisa, serva alla cantoniera. Anita, brasiliana, ha lasciato la sua terra per seguire «Lui, il Generale». Adalgisa, originaria di Amora (Aviatico), quando aveva 14 anni è stata costretta ad andarsene dalle valli bergamasch­e a causa di una malattia ai polmoni. Quanto Anita ha cercato l’avventura, tanto Adalgisa cerca la quiete. Eppure si trovano insieme, nel momento sospeso della nostalgia.

Anita rievoca battaglie e passione, morte e amore. Il primo incontro con Garibaldi, in Brasile, nel 1839, dopo che i rivoluzion­ari conquistar­ono la città di Laguna. Lei, diciannove­nne, che era già sposata, lo vede per la prima volta in chiesa dopo la liberazion­e della città. Lui la incontra più tardi sul molo. Le prime parole che le dice sono: «Tu devi essere mia». Lascia il marito. E poi le battaglie, le fughe nella notte e nel bosco con il figlio di Garibaldi appena nato e portato appresso. Anche ora, mentre Anita, stanca e febbricita­nte, parla ad Adalgisa, ha un bimbo che deve nascere.

Se Anita è «Una tra i Mille», Adalgisa è una ed è mille. Potrebbe essere una qualsiasi delle tante donne e bambine che, nell’800, in Valle Seriana, lavoravano nelle filande. L’autrice rievoca quell’epoca dicendo che la Valle Seriana era «una foresta di gelsi». A metà Ottocento, solo nel Comune di Albino, ce n’erano quasi 6 mila. I bachi da seta richiedeva­no una cura giornalier­a, così come le piante che li nutrivano. Nelle filande lavoravano uomini, donne e anche bambine di soli 7 anni, che dovevano lavorare 12, 15 ore al giorno per miseri compensi, tra l’aria umida che portava malattie ai polmoni, le bacinelle d’acqua calda che ustionava le mani, e l’odore tremendo delle larve morte.

Una condizione di vita difficile che la scrittrice, 55 anni, ha ritratto per «tornare alle origini». Sua nonna era originaria di Amora Bassa e anche lei fu costretta a trasferirs­i lontano dalle filande. Ora Aurora Cantini vive con il marito Oliviero ad Amora, sull’Altopiano di Selvino. È anche poetessa e insegnante. Dalle sue pagine emerge l’amore per Bergamo. Ed emerge la vita, a tratti misera, dell’epoca, così a contrasto con le glorie delle imprese militari e delle battaglie, che tuttavia sono raccontate nel lato umano. Appaiono i protagonis­ti bergamasch­i della spedizione dei Mille, Gabriele Camozzi, Francesco Nullo, Daniele Piccinini, e l’unica donna che vi prese parte, Rosalia MontMasson. In sottofondo, la guerra in arrivo, battaglie, ricordi, Bergamo sognata e perduta, il Generale Garibaldi, dipinto dalle parole di tutti, ma che Adalgisa non vedrà mai e resterà lontano come una figura di sogno.

Al centro ci sono sempre loro, Anita e Adalgisa. Tra loro c’è comprensio­ne e ascolto, e unione nella figura di un bambino, Mariano. C’è un aggrappars­i l’una all’altra, tessendo con le parole il filo dei ricordi. Un diario, anche questo immaginari­o, tramanda la loro storia. «Una tra i Mille, Anita» è un romanzo di fughe e ritorni, dove le cose, anche quando sembrano perdute, trovano il modo di tornare a casa.

Se Anita è una tra i Mille, Adalgisa è una ed è mille, può essere una qualsiasi delle tante donne che nell’800 lavoravano nelle filande in Valle Seriana

 ?? ?? L’incrocio A fianco, un quadro sulla morte di Anita Garibaldi, a Mandriole di Ravenna, il 4 agosto del 1849. L’autrice bergamasca, nel suo nuovo romanzo, la immagina pochi giorni prima di morire sul Rubicone, in una casa cantoniera, ad ascoltare le storie di una giovane inservient­e bergamasca, Adalgisa, sulla vita nelle filande. A sinistra, una bimba nell’800 dopo il lavoro per produrre la seta
L’incrocio A fianco, un quadro sulla morte di Anita Garibaldi, a Mandriole di Ravenna, il 4 agosto del 1849. L’autrice bergamasca, nel suo nuovo romanzo, la immagina pochi giorni prima di morire sul Rubicone, in una casa cantoniera, ad ascoltare le storie di una giovane inservient­e bergamasca, Adalgisa, sulla vita nelle filande. A sinistra, una bimba nell’800 dopo il lavoro per produrre la seta
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 ?? ?? Aurora Cantini (foto), 55 anni, vive con il marito Oliviero ad Amora di Aviatico
È poetessa, insegnante e scrittrice. Tra i suoi volumi più noti «Il bambino con la valigia rossa»
Aurora Cantini (foto), 55 anni, vive con il marito Oliviero ad Amora di Aviatico È poetessa, insegnante e scrittrice. Tra i suoi volumi più noti «Il bambino con la valigia rossa»

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