Condannato per otto roghi Ora altri tredici
Costone: la sentenza per 8 roghi, a maggio il processo per altri 13. Ma lui nega
Luigi Bigoni, 73 anni, di Clusone, è stato condannato a 3 anni e 10 mesi per otto roghi al Costone, tra il 2016 e il marzo 2017. Ha sempre negato, ma a maggio avrà il processo anche per altri 13 incendi. Il suo avvocato ha chiesto la scarcerazione.
Gli incendi lo attraggono, di più, gli procurano piacere. Ma un conto è avere un impulso, un altro è soffrire di un disturbo invalidante. La diagnosi dello psichiatra Massimo Biza ha tracciato il confine tra l’assoluzione e la condanna per Luigi Bigoni, 73 anni, di Clusone. Il giudice Maria Luisa Mazzola ha deciso per 3 anni e 10 mesi di carcere, per otto incendi (uno tentato) al ponte del Costone, a Ponte Nossa. Sono sempre meno dei cinque anni chiesti dal pm, perché il giudice ha concesso le attenuanti generiche ed escluso la recidiva.
Bigoni è imputato per altri 13 roghi, tra il 24 dicembre 2014 e l’8 aprile 2015, per i quali il dibattimento deve ancora iniziare, il 18 maggio. Sono precedenti a quelli per cui è stato condannato ieri e che risalgono al periodo tra l’8 dicembre 2016 e il 30 marzo 2017, giorno dell’arresto in flagranza, ma questo processo era più urgente perché di mezzo c’è la misura cautelare del carcere. Venti giorni dopo l’arresto gli erano stati concessi i domiciliari, ma li aveva violati (per andare a fare la spesa, aveva detto) e di conseguenza è tornato in cella. Da dove non è più uscito. Non è più l’uomo meticoloso anche nella cura della barba e dei capelli neri nonostante l’età. Ora li ha bianchi ed è provato dalla detenzione. Non ha amicizie, anche la signora che gli dava una mano in casa si è trasferita a Busto Arsizio. Il suo avvocato Gianluca Quadri ha chiesto al giudice Mazzola una misura più blanda come l’obbligo di presentazione ai carabinieri, per esempio, anche due volte al giorno per rendere i controlli più stretti.
Ma non il carcere che viene disposto per le persone ultrasettantenni solo per eccezionali esigenze cautelari. Le aveva ravvisate il giudice delle indagini preliminari che aveva interrogato Bigoni dopo l’arresto, per via degli altri roghi di cui era già sospettato e dei due patteggiamenti per stalking dei vicini di casa. Nelle case Aler di via Nikolajewka, a Clusone, dove l’anziano aveva vissuto con la moglie poi scomparsa i rapporti erano tesi. Il suo carattere scontroso non favoriva le relazioni di buon vicinato.
Sui roghi non ha mai cambiato versione. Li nega tutti, passati e recenti. Compreso l’episodio dell’arresto, quando carabinieri e forestali sono sicuri di averlo visto lanciare qualcosa dal finestrino che pochi minuti dopo ha fatto partire le fiamme. Era la giornata perfetta dal punto di vista meteorologico e si erano mobilitati al volo dopo il passaggio della Grande Punto dell’imputato ripreso delle telecamere della videosorveglianza. Davano la caccia al piromane da anni ma non erano mai riusciti a coglierlo sul fatto.
«Non ero io, il finestrino è bloccato», aveva detto lui. L’avvocato Quadri ha contestato che ci fossero elementi per attribuire tutti gli episodi al suo assistito, oltre il fatto alcuni per l’entità non si possono nemmeno definire incendi boschivi. Tra quattro mesi dovrà discutere degli altri incendi.
Arrestato in flagranza Luigi Bigoni, 73 anni, di Clusone, era stato colto sul fatto il 30 marzo 2017: è in carcere