Pd, la sofferenza della vecchia anima democristiana
La mossa a sorpresa di Martina taglia la strada a Sanga. E complica gli equilibri nel partito
Il Pd bergamasco in questo momento è stretto tra due opposti malumori. Quello della base che si augurava un sussulto rottamatore di Matteo Renzi e candidature all’insegna del rinnovamento, da una parte. Dall’altra, la sofferenza di un’area che nell’ultimo decennio è stata saldamente alla guida — insieme col gruppo degli ex Ds —, ossia tutti coloro che ruotano intorno a Giovanni Sanga. Definirli ex democristiani o ex Margherita sa di vecchio, eppure sono linee di demarcazione ancora ben leggibili all’interno del Pd. Il deputato, candidato al terzo posto nel proporzionale della Camera, rischia seriamente il posto, perché il capolista Maurizio Martina ha rinunciato a un collegio uninominale buono (Camera Milano 2), che avrebbe fatto scalare Sanga avanti di una posizione. Poi la rinuncia di Martina per far posto a Lia Quartapelle a Milano e il conseguente peggioramento delle chance di Sanga.
Ora il deputato deve sperare che Elena Carnevali, davanti a lui nel proporzionale, vinca il collegio uninominale in città facendogli posto. Una cosa difficile. Se non riuscisse, significherebbe che per la prima volta il Pd bergamasco si ritroverebbe in Parlamento solo esponenti di derivazione ex Ds (Martina, Carnevali, Antonio Misiani, che ha trovato posto al Senato in quota Orlando).
Gli equilibri ai vertici del Pd bergamasco verranno messi alla prova anche dal voto regionale, in cui i tre candidati più accreditati sono Matteo Rossi, Jacopo Scandella e Mario Barboni, molto vicino a Sanga. Vicende elettorali che condizioneranno il prossimo congresso provinciale dem, per il quale da tempo il favorito alla segreteria è Davide Casati, giovane sindaco di Scanzo e altro uomo molto vicino a Sanga.