Piscine e fioriere: il centro che non si farà
In mostra a Palazzo Libertà i progetti esclusi: idee brillanti (e qualche bizzarria)
Ormai la scelta è fatta e il centro piacentiniano assumerà il volto disegnato dai vincitori del concorso internazionale. Ma c’erano anche altre alternative, come si vede nei progetti sconfitti in esposizione a Palazzo Libertà. Con molte idee brillanti e soluzioni innovative, ma anche con qualche bizzarria. Come la vasca del monumento a Donizetti interrata o trasformata in una sorta di piscina a gradoni, le fioriere a 7 metri d’altezza e i getti d’acqua in piazza Vittorio Veneto.
C’era quello con la piscina a gradoni con vista sul Donizetti e quello che trasformava la vasca in aiuola, quello con i getti d’acqua in piazza e quello con l’edicola medievale sopra la fontana. Insomma c’erano tante idee buone ma anche alcune un tantino stravaganti, fra quelle arrivate in finale al concorso per il Centro piacentiniano. E che ora possono essere viste nella mostra che da ieri inaugura i trent’anni di utilizzo pubblico dell’atrio del Palazzo della Libertà. I progetti in visione sono cinque, compreso quello scartato per mancanza di requisiti.
«Diamo priorità allo riqualificazione dello spazio pubblico, per migliorare la qualità della vita», ha introdotto il sindaco Giorgio Gori. «È il tema più complesso e ambizioso, troppo assente nella vita politica della città», ha puntualizzato l’assessore all’Urbanistica Francesco Valesini. La cui premessa è che «i progetti non vincitori hanno soluzioni positive per alcuni spazi ma meno per altri». Tanto che a volte è bastata una sola idea sbagliata per far calare la mannaia della bocciatura.
È il caso del terzo classificato, dello studio romano Labics. Che riorganizza la gerarchia degli assi, rialza viale Roma all’altezza del Sentierone e rifà le pavimentazioni, anche se per la commissione «gli edifici non appaiono sufficientemente connessi». Ma poi trasforma in teatro all’aperto piazza Cavour, interrando la vasca. I commissari non hanno apprezzato nemmeno l’idea della «stanza dei giovani» in piazza Dante con spazi coperti che però «possono facilmente diventare bivacchi, cosa che bisogna considerare». Ma nemmeno la «stanza dell’acqua» con dei getti in piazza Vittorio Veneto: «non la più appropriata», commenta la commissione, che non ha approvato neppure gli onnipresenti lampioni a forma di portale.
Il secondo classificato, dello studio Battistini, lavora bene su piazza Cavour, spiana il terrapieno dietro il monumento a Donizetti, allarga gli spazi, crea una pavimentazione multifunzionale. Ma oltre a lastricare il più possibile Sentierone e dintorni, in piazza Dante crea quattro uscite al Diurno che somigliano a dei gabbioni, «elementi critici da verificare rispetto alla compatibilità architettonico-paesaggistica». Il quarto classificato dello studio siciliano Latina si fa apprezzare per l’idea di aprire la volta del Diurno creando delle prese di luce, e per l’idea di «creare nuove relazioni di vita con gli scenari esistenti», pensando il quartiere come «parco urbano». Ma poi decide di allargare la vasca del monumento creando una cascata a gradoni con delle sedute, inventa del pali alti sette metri con sopra vasi colorati per alberi e piante, e piazza anche un’edicoletta gotica sopra la fontana di piazza Dante. Bocciata.
Posto d’onore, quindi, per i vincitori bergamaschi del progetto «Flanerie», di cui sono stati apprezzati il modo in cui collegano gli spazi anche usando le pavimentazioni (resta dubbia la possibilità di farla rialzata in via Petrarca, per il bene delle sospensioni dei bus), giocano con gli spazi ovali per giardini e vasca, creano con eleganza un ingresso per il Diurno e due uscite come un «tappeto alzato» e interrano il parcheggio agli uffici statali. E ora si può cominciare a lavorare: già ieri sono iniziati i colloqui con la Soprintendenza. Per piazza Dante è già pronto un milione, sono previsti il progetto esecutivo a luglio, la gara a dicembre e i lavori da inizio 2019.