Moioli d’oro Campane a festa
Campane a distesa il giorno del trionfo Ieri l’abbraccio del paese zeppo di tricolori
Ieri sera il ritorno in paese della medaglia olimpica. Un trionfo.
Se un oro olimpico rappresenta, per chi lo vince, il coronamento del sogno, anche per il sindaco del paese che ha dato i natali all’aureo atleta è un momento di trionfo civico e apartitico assoluto. Tale da giustificare grattacapi amministrativi e infinite giornate tra giunte e commissioni varie. Così succede al sindaco di Alzano, Camillo Bertocchi, che a distanza di 48 ore dall’impresa di Michela Moioli, ieri aveva ancora l’adrenalina addosso. E un telefono che non smetteva di squillare. «Tutti vogliono sapere e si complimentano. È dai tempi della promozione in B dell’Alzano che non viviamo un’emozione del genere», dice. Era il 1999, un momento epico. «Ma questo oro è qualcosa di pazzesco. Mai visto i miei concittadini così». Così come? «Uniti e partecipi di una gioia condivisa». Niente affratella più dello sport. Michela e il suo surfare coreano, leggero e potente, sono l’apriscatole della felicità di un paese che ieri non vedeva l’ora di riabbracciarla. E come sempre avviene in questi casi, basta poco per unirsi alla festa. Tutti insieme appassionatamente. Basta mettere un tricolore al balcone, o un piccolo poster in vetrina, o tagliare un vecchio lenzuolo e disegnarci sopra i cerchi olimpici. Come ha fatto qualcuno che poi ha appeso la lenzuolata davanti all’asilo della Busa, che sta a 50 metri da casa Moioli. «Dai giochi a scuola ai giochi olimpici, grande Michela». E via di nastri biancorossoverdi con una medaglia d’oro ritagliata dal cartone. Quella intorno al municipio e in pieno fermento è stata, invece, una «red zone», una zona rossa dove tutta una comunità ieri sera, a partire dalle 21, ha atteso il ritorno della campionessa. Parroco compreso. «Questo entusiasmo — rivela il sindaco — ha contagiato anche lui che, la mattina di venerdì, ha fatto suonare le campane a distesa. Le campane della Busa, perché qui siamo un po’ così, ci teniamo alle nostre parrocchie. Ma stavolta…». Massì al diavolo anche il campanilismo, e vai di festeggiamenti. «Un’accoglienza calorosa, ma niente di impegnativo. Non ho preparato nemmeno il discorso, mi lascerò guidare dall’emozione. Al festone, quello ufficiale, ci penseremo più avanti», conclude Bertocchi, mentre qualche suo concittadino ha già lanciato l’idea di dedicare a Michela una via o una piazza. Insomma, qualcosa che ricordi l’impresa. Atterraggio a Zurigo alle 18,50 e poi via verso Alzano, tre ore e mezza in auto. Laggiù in Corea, Michela ha lasciato un pezzo di cuore e un piccolo anello di brillantini sepolto sotto la pista. Lo ha raccontato la sua amica Sofia che mercoledì su quelle stesse nevi si giocherà un gran pezzo di carriera. Un portafortuna. Che i brillantini si trasformino in oro anche per lei.
Questa medaglia è qualcosa di pazzesco. Mai visto i miei concittadini così. Uniti e partecipi di una gioia condivisa Camillo Bertocchi sindaco