E i curatori si preparano all’asta, 7 milioni per il pacchetto Carona
Il 24 febbraio 2017 la Brembo Super Ski (Bss) fallisce. Un anno dopo si prepara a cedere i suoi beni al migliore offerente e soddisfare i suoi creditori. I curatori Anna Maria Angelino, Alberto Carrara e Federico Clemente stanno rifinendo i dettagli dell’asta, che dovrebbe essere indetta entro dieci giorni.
Dichiarazioni non ne fanno, ma ormai sembra chiaro come imposteranno la vendita. Fermo restando che l’obiettivo (il sogno?) è trovare un acquirente che compri in blocco, i beni saranno suddivisi in pacchetti funzionali. Il più corposo sarà quello che comprende le piste e le tre seggiovie di Carona (Alpe Soliva, Conca Nevosa e Valgussera), oltre agli immobili, ai mezzi e alle attrezzature necessari per fare girare la giostra. Il prezzo di partenza dovrebbe avvicinarsi ai 7 milioni di euro. Potranno essere acquistate a parte le proprietà a San Simone (qualche terreno e attrezzatura) e quelle a Foppolo, come il tapis roulant alle Foppelle, alcuni immobili, la seggiovia di arroccamento (da anni inutilizzata) e la telecabina. Bel problema, quello. Il cantiere, fermo da novembre 2016, è del Comune, che però al momento, anche volendo, non può acquisire l’impianto perché la Corte dei Conti ha bloccato le spese. Le autorizzazioni, inoltre, sono scadute e nessuna proroga ancora è stata concessa.
Acquistata in seconda mano da Corvara nel 2013 per 600 mila euro, la telecabina è a bilancio per 3 milioni e mezzo. È il costo per lo smontaggio, il deposito e le manutenzioni che la Bss avrebbe dovuto pagare in parte alla Marconi Industrial Services di Mantova, nei cui capannoni tuttora è depositata. Proprio la società, specializzata nella progettazione e revisione di veicoli corazzati usati dalle forze militari e dalla protezione civile, ha chiesto un accesso agli atti del fallimento. Tra le possibilità che sta valutando c’è quella del concordato fallimentare. Dopo un anno dal fallimento, è una strada che i creditori possono battere, rinunciando ai loro soldi in cambio dei beni. Ma bisogna vedere se il gioco vale la candela. «Vogliamo analizzare la documentazione più che altro per comprendere bene la nostra posizione, ce lo ha suggerito il nostro legale (l’avvocato Stefano Zonca, R&P Legal, ndr)», dichiara Carlo Montini, a capo della società. La Marconi è stata ammessa al passivo per 1,3 milioni con un credito privilegiato solo sulla telecabina. «Ero amico del sindaco Berera — prosegue Montini —, mi ero fatto convincere da lui pensando che in questo modo avrei potuto accreditare l’azienda anche per questo tipo di interventi. Ora, spero solo di chiudere in fretta questo capitolo». (mad.ber.)