Lega, i conti del tesoriere
Conti bloccati, finanziamento pubblico ai partiti abolito: la campagna elettorale dal punto di vista del tesoriere della Lega, Giulio Centemero, è anche una preoccupante questione di cassa, «cash flow, che è buono». Tradotto: gli enormi debiti ereditati nell’era pre Salvini sono ancora un buco, ma la gestione delle entrate e delle uscite è ora in salute per il partito che fu (anche) di Francesco Belsito. Per i danni di quell’epoca la Lega sta pagando, con 3 milioni di euro sequestrati dalla Procura di Genova da settembre 2017. Centemero, brianzolo con laurea bergamasca, è un po’ meno preoccupato della propria elezione alla Camera. È candidato in seconda posizione al proporzionale in provincia di Bergamo alle spalle della capolista Claudia Terzi. Le sue probabilità di elezione sono molto alte. Per questo è tra quei candidati leghisti che hanno dovuto versare preventivamente una quota sostanziosa al partito. «Sono 20 mila euro per chi è candidato in buona posizione (se non scatta l’elezione, li restituiamo), 3 mila euro per tutti gli altri», spiega Centemero, che è di professione commercialista. Altre entrate sono i contributi di privati, in gran parte di piccole dimensioni. Con qualche eccezione, come i 75 mila euro della Vaporart, che produce sigarette elettroniche. Pur basandosi la campagna elettorale su una comunicazione via social e sulla costante presenza di Matteo Salvini in tv, le maggiori voci di spesa restano quelle tradizionali. «Tutto sommato il costo della gestione dei social per l’intera campagna elettorale sarà di 25 mila euro — spiega il tesoriere —. Mentre i gadget e la stampa del materiale cartaceo restano le uscite maggiori. In totale spenderemo intorno a un milione di euro».
Le quote Chi è stato candidato in buona posizione ha dovuto versare 20 mila euro al partito