Turismo della salute a Monza «Presenze record, ora i controlli»
Pazienti e familiari da tutta Italia. In 10 anni moltiplicati accoglienza e sommerso
Arrivano principalmente da Campania, Piemonte, Sicilia, Puglia e Calabria. A Monza non per l’autodromo, Villa Reale o gli affreschi del Duomo, ma per farsi curare.
Il «turismo della salute» — come è chiamato dagli addetti ai lavori — sta conoscendo un boom di presenze in città e una crescita esponenziale negli ultimi dieci anni delle strutture ricettive proprio intorno ai luoghi di cura.
In via Pergolesi, davanti all’ospedale San Gerardo sono sorte nel decennio tre residence con una trentina di appartamenti che hanno cambiato il volto della strada. Analoga la situazione in via Amati, di fronte al Policlinico: qui le agenzie di affitto camere nascono come funghi, così come le strutture ricettive in tutto il quartiere. L’ultima è un residence di 41 appartamenti realizzato dove un tempo c’erano gli uffici dello storico cotonificio Cederna: camere con vista sulla ciminiera.
Così, se fino a dieci anni fa in città si contavano solo tre alberghi di lusso, oggi l’elenco ufficiale fornito dall’ufficio di informazione e accoglienza turistica registra dieci hotel, diciotto B&B, dieci affittacamere, due residence, sei case vacanza e due ostelli. «Quando abbiamo aperto nel 2005 — spiega Mauro Dell’Olio, titolare del residence Oasi di Monza di via Mariani a due passi dal Policlinico — eravamo da soli. La zona era trascurata e c’era molta richiesta. Adesso siamo troppi e la concorrenza è spietata e anche sleale».
Tutti gli operatori della zona parlano di un sommerso che approfitta della situazione per affittare a caro prezzo appartamenti vecchi e mal arredati alle famiglie dei degenti: «Manca un censimento e controlli seri — prosegue Dell’Olio — chi è in regola ha le ispezioni dei vigili del fuoco, della Provincia, del Comune, poi c’è chi affitta in nero la casa ereditata dalla nonna grazie al passaparola».
Il fenomeno del turismo della salute è un business ed è in crescita come dimostrano i dati forniti dall’ufficio turismo del Comune. Nel 2017 i pernottamenti esentati dal pagamento di tassa di soggiorno sono stati 38.833 pari al 19% del totale. Sono state 1.791 le persone che hanno dichiarato di essere in città per curarsi, 5.666 gli accompagnatori dei degenti, 683 i genitori accompagnatori di minori in terapia.
I poli attrattivi sono i reparti ad alta specializzazione del San Gerardo di Monza, il Centro Maria Letizia Verga per la cura delle leucemie infantili, dove ogni anno i ricoveri sono un migliaio e 400 le diagnosi di leucemia. Poi ci sono le due strutture private accreditate come il Policlinico di Monza con la sua clinica cardiologica e gli Istituti Clinici Zucchi con reparti attrattivi come l’ortopedia o il Centro per la fecondazione medicalmente assistita.
I pazienti non lombardi rappresentano per il Policlinico il 25 per cento dei 9.400 ricoveri, agli Istituti Clinici Zucchi nel 2017 ci sono state 38.900 prestazioni ambulatoriali per i «fuori regione» e 1.900 ricoveri. Al San Gerardo sono 1.131 i ricoveri ordinari, 230 quelli in day hospital e 81 mila le prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Di fronte al fenomeno dei viaggi della salute sono le stesse strutture che, sui loro siti, offrono le prime indicazioni per i pazienti con la valigia: gli Istituti Clinici Zucchi pubblicizzano un accordo con Alitalia e sconti del 50 per cento per i pazienti da tutta Italia, il Policlinico mette a disposizione due strutture di proprietà con camere da 30 a 40 euro per i familiari dei degenti, il San Gerardo rimanda al sito dell’ufficio turistico per le strutture ricettive e pubblica le coordinate di un appartamento dell’associazione Guida Oncologica a disposizione dei pazienti, infine il Centro Maria Letizia Verga da vent’anni ha messo a disposizione dei bambini degenti e delle loro famiglie gli appartamenti ricavati dalla ristrutturazione di una cascina. Un modo per far sentire un po’ a casa anche chi è lontano da casa.