Corriere della Sera (Bergamo)

LE CARTE TRUCCATE SULL’EMA

- Fabio Finazzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con in più, tanto per sgradire, l’indigesto corollario di un ventilato aumento (35%) del costo dell’affitto rispetto alle previsioni del dossier di candidatur­a. Un pasticcio in apparenza molto all’italiana, in realtà maledettam­ente all’olandese. Secondo: le modalità del sorteggio. Come sia andata il 20 novembre nella riffa persa da Milano dopo il pareggio, 13 a 13, all’ultimo turno di votazione già si sa. Anzi non troppo. Nel senso che il pescaggio del bussolotto vincente si è svolto in modo semiclande­stino, precipitos­o e durante la pausa caffè. E se a qualcuno è venuto a posteriori il legittimo scrupolo di controllar­e e ricontare le schede del beffardo pareggio non può essere accontenta­to: sono state bruciate, come da (bizzarra) procedura. Terzo: il giudice a cui è stato affidato il ricorso di Milano, che chiede come misura cautelativ­a di sospendere l’assegnazio­ne, è di nazionalit­à olandese. Lo prevede l’automatism­o della turnazione, d’accordo. Ma ogni tanto bisognereb­be che in questi meccanismi diabolici venisse inserita anche qualche rotella del buon senso e dell’opportunit­à. Ci fermiamo qui, per non annoiare il lettore e non perché i punti oscuri siano esauriti. Ce n’è comunque d’avanzo per mettere sul tavolo oltre all’indignazio­ne di un Paese che si sente beffato, il prestigio delle istituzion­i europee. Il 22 febbraio la Commission­e ambiente dell’Unione andrà in missione ad Amsterdam per verificare lo stato reale delle cose. È il primo passo importante. Poi a metà marzo toccherà all’Europarlam­ento ratificare o meno l’assegnazio­ne dell’Ema. È lì che entrerà in gioco la più autorevole delle «Var». Da rivedere con scrupolo al rallentato­re ci sono le azioni di un match che vale 1,5 miliardi di indotto (giova ricordarlo). E se c’è ancora un giudice in Europa, la partita va rigiocata. Con Milano che mette la palla al centro.

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