Export culturale, Bergamo in vetta Passare dai libri per battere la crisi
Quinta provincia nel ranking generale, seconda per i volumi
Alti e bassi In un anno salgono video e prodotti sonori ma crollano software e fotografia
Difficile strappare a Milano lo scettro di capitale dell’editoria. Ma sul podio italiano di chi esporta libri all’estero, subito dietro la metropoli dei colossi, c’è proprio la Bergamasca.
I libri sono i prodotti culturali italiani più esportati nel 2017 per un valore che nei primi nove mesi è di quasi 800 milioni di euro, circa 3 milioni al giorno. Milano da sola con 124 milioni rappresenta un sesto del totale nazionale, ma al secondo posto c’è appunto Bergamo. Secondo i calcoli della Camera di commercio di Milano, solo nei primi nove mesi dello scorso anno dalla Bergamasca sono partiti per Francia, Germania e Regno Unito prodotti editoriali per un valore di 90.178.765 euro. Un dato in calo rispetto allo stesso periodo del 2016, quando era arrivato a 96.156.765 euro (e ai 93 milioni dell’anno prima), ma che continua a rappresentare l’89,7% del totale delle esportazioni culturali bergamasche.
Questo anche grazie a un settore che, nonostante crisi e problemi vari, è in espansione. In Italia le imprese editoriali sono oltre 57 mila, di cui circa 10 mila in Lombardia con 43 mila addetti e ricavi per 8,5 miliardi. Bergamo ha 791 imprese (erano 504 solo sei anni fa) con 4.500 dipendenti. Nella classifica lombarda delle aziende viene dopo Milano e (di poco) Brescia, ma la sua dinamicità verso le esportazioni la fa balzare sul secondo gradino del podio nazionale. In compenso le importazioni si fermano a quota 3.534.387 euro.
Le aziende culturali bergamasche che guardano all’estero sono tante e soprattutto sanno come conquistarsi i clienti. Nelle esportazioni del settore Cultura e tempo libero la Bergamasca è la quinta provincia in Italia con un totale di 100.629.184 euro nei primi nove mesi dello scorso anno. Cifra che rappresenta il 5,2% del totale nazionale. Il dato bergamasco è peraltro in lieve flessione: il totale dello stesso periodo dell’anno prima era arrivato a 104.595.767.
Editoria a parte, gli altri settori si barcamenano tra alti e bassi spesso indecifrabili. Per esempio. Le esportazioni di «prodotti delle attività cinematografiche, video e televisive» in cui Bergamo è sesta in Italia sono balzati in un anno da 50.497 a 3.4343.656 euro, con un incremento 6.701%. Ma con importazioni che superano i 6 milioni. Così come i «prodotti dell’editoria musica e supporti per la registrazione sonora» sono saliti da 204.182 a 485.125, pari a +137,6%, piazzando la Bergamasca al settimo posto nazionale. In compenso i «giochi per computer e altro software a pacchetto» hanno avuto un tracollo da 965.362 a 25.956 euro (cifra che è però quasi pari a quella delle importazioni, le quali due anni fa sfioravano i due milioni); la Bergamasca mantiene comunque il decimo posto nazionale per le esportazioni. Calo anche per i «prodotti delle attività fotografiche»: quinto posto ma dopo un calo da 947.103 a 766.638.
La provincia di Bergamo è fuori dalla Top ten, nonostante buoni risultati, in settori come Articoli sportivi (che vanta un export da 4.865.948) strumenti musicali (249.568) e «prodotti delle attività creative, artistiche» (622.528).