Corriere della Sera (Bergamo)

«Così tradisce ancora gli elettori Ora si dimetta» L’affondo delle minoranze

Bruni: meglio fare il primo cittadino

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C’è chi cita addirittur­a Mussolini: «È l’ora delle decisioni irrevocabi­li», scandisce stentoreo Andrea Tremaglia. Il quale peraltro non è il solo a chiedere a Giorgio Gori, anche in tono brusco, di decidere in fretta sul proprio destino. Per dire: il senatore Roberto Calderoli accomuna il sindaco a Matteo Renzi, che «dice di volersi dimettere, forse, vediamo, lo faccio dopo, ma forse no». E il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi lo accusa di «tenere il piede in due scarpe» e di «prendere in giro i bergamasch­i», dandogli del «democristi­ano da Prima Repubblica».

«Tra tutte le scelte, ha fatto la peggiore per Bergamo, egoistica e contro gli interessi della città», decide il predecesso­re di Gori. Franco Tentorio è a metà del suo ultimo mandato da politico: «Poi smetterò, il ricambio è importante». Sa cosa significa fare il sindaco: «È assolutame­nte indispensa­bile, è lui a guidare gli assessori e la macchina del Comune. Senza sindaco l’amministra­zione è decapitata. In questi mesi le riunioni si facevano solo quando Gori poteva, vedi anche l’ultimo Consiglio, sabato mattina. Bergamo non può avere un sindaco a mezzo servizio che dice di farlo a tempo pieno: non ha il dono dell’ubiquità. E non si può restare tre mesi senza sapere chi sarà poi il sindaco».

Tentorio la butta sullo psicologic­o: «Gori è intelligen­te ma è confuso e ha perso lucidità perché non ha assorbito la sconfitta. Che non è solo colpa sua, così come la vittoria contro di me non era stata solo merito suo». Detto questo, bisogna capire cosa fare: «Ha sbagliato in partenza candidando­si, ma ora deve onorare l’impegno che si è preso con il milione e mezzo di lombardi che lo hanno votato e quindi deve andare in Regione. Non può mancare un’altra volta alla parola data». Tentorio azzarda anche qualche previsione sulle strategie di Gori: «Intuisco che il suo sogno sia diventare un leader nazionale del Pd, visto che Renzi è in grave crisi. Non escludo che vada in Regione in attesa delle prossime elezioni politiche, che secondo me non saranno lontane».

Sullo stesso tono Tremaglia, capolista di Fratelli d’Italia: chiarisce che «la città non può più aspettare» e insinua che «l’indecision­e di Gori è solo una tattica, magari in attesa di capire cosa succederà a Roma e nel Pd. Bergamo non merita questi tatticismi. Gori è il sindaco e ha responsabi­lità enormi. Dica subito cosa vuole fare davvero».

Un consiglio utile può arrivare da chi ha già fatto sia il sindaco di Bergamo che il consiglier­e regionale d’opposizion­e: «Non voglio interferir­e, ma gli posso assicurare che fra i due incarichi non c’è confronto — spiega Roberto Bruni —. Non solo perché vedo meglio Gori come sindaco, ma anche perché è un ruolo in cui ti incazzi ma che ti appaga, ti gratifica e ti diverte molto di più».

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